Modifica Dpcm, Orlando: «Ascoltati da Conte; al Comune nessuna informativa sui dati Covid»

Le parole del sindaco di Palermo

Dopo la presentazione del nuovo decreto non sono mancate di certo le polemiche, principalmente sulla questione del coprifuoco: in un primo momento Conte aveva annunciato che i Sindaci potevano decidere se chiudere vie e piazze dalle 21 in poi, ma stamane la modifica del testo dove non compariva più la voce che faceva riferimento ai primi cittadini.

Da Palazzo Chigi chiariscono che la decisione di chiudere una zona o meno spetta al Sindaco in collaborazione con i Prefetti, negli appositi Comitati Provinciali. Questo non è esclude che i sindaci possono consultarsi con il Governo stesso prima di prendere qualsiasi decisione.

LA REAZIONE DEL SINDACO DI PALERMO LEOLUCA ORLANDO

«Prendo atto del fatto che il Governo nazionale ed il presidente Conte abbiano rivisto la propria posizione, ascoltando la presa di posizione dei sindaci di tutta Italia e modificando in corso d’opera il DPCM ed evitando di scaricare inattuabili responsabilità sulle amministrazioni comunali. Resto fermamente convinto della necessità, per porre un freno al dilagare dei contagi in tutta Italia, di poter applicare restrizioni anche molto significative che limitino la possibilità di assembramenti pericolosi. Ma perché i provvedimenti assunti siano efficaci e non delle mere grida manzoniane, è necessario, assolutamente necessario e indispensabile, il coinvolgimento dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza in modo che ai provvedimenti restrittivi seguano controlli efficaci che coinvolgano tutte le forze dell’ordine in modo coordinato».

Orlando chiama all’attenzione nuovamente le Istituzioni per la trasmissione ai Comuni dei dati Covid: «A sette mesi dall’inizio della pandemia e nonostante le ripetute richieste, e a due settimane dall’impegno assunto in Commissione Sanità dell’ARS che tutti i sindaci avrebbero ricevuto i dati epidemiologici sulle proprie città, non è stata trasmessa al Comune alcuna informativa sul numero di casi positivi né sugli ospedalizzati né sullo stato di occupazione dei posti letto.

Questo determina, oltre una difficoltà oggettiva per i sindaci ad operare nel proprio ruolo di Autorità sanitarie locali, a creare incertezze e confusione fra i cittadini e ad alimentare un clima di disinformazione o di informazione parziale o erronea. È inoltre un elemento che rende difficile la necessaria collaborazione fra le istituzioni, lì dove fino ad ora vi è stato in generale l’intento di agire in sinergia fra Comuni ed autorità sanitarie in questo difficile periodo» ha concluso Orlando.