A Palermo scuola iniziata senza il personale Asacom, c’è la graduatoria ma è tutto bloccato per dei ricorsi – VIDEO
Questa mattina si è tenuto un sit-in di protesta da parte del personale Asacom alla sede dell’assessorato comunale all’Istruzione di Palermo. I motivi che hanno portato alla protesta sono diversi: in primis un inquadramento contrattuale in regime di prestazione d’opera intellettuale, quindi come lavoratori autonomi senza vincoli di subordinazione. Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione chiedono un inquadramento coerente con la qualifica e la mansione svolta, che permetta la retribuzione di tutte le ore accettate e previste dall’incarico, a prescindere dalla presenza dell’utente; retribuzione dignitosa. Attualmente la paga lorda oraria è di 15,61 € (che in molti casi corrisponde a circa 6,50 € nette). Chiesta una maggiorazione a 20 € lordi orari; pagamenti regolari e trasparenti senza più ritardi e chiarimenti sulle tempistiche; inserimento negli elenchi con criteri trasparenti con valutazione della quantità di incarichi svolti ogni anno.
Un motivo che è stato trattato con priorità riguarda l’inizio del lavoro per il personale Asacom a settembre, facendolo coincidere con l’avvio della scuola. Tuttora gli Assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono in attesa di iniziare a lavorare: fino a ieri erano in attesa della graduatoria pubblicata poi questa mattina, ma per le convocazioni bisognerà attendere. Come spiegato dall’assessore all’Istruzione del Comune di Palermo Aristide Tamajo, all’uscita dall’incontro con una delegazione del personale Asacom, per le convocazioni bisognerà attendere che il Tar il 10 ottobre si pronunci su una richiesta di sospensiva presentata da 25 assistenti sullo stato giuridico del personale.
Lo sfogo degli Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: “Noi trattati come stracci, siamo stanchi”
“Le scuole cercano con urgenza assoluta assistenti all’autonomia e alla comunicazione, ma ogni anno iniziamo sempre a lavorare ad ottobre inoltrato – spiega Andrea Denaro, assistente all’autonomia e alla comunicazione. Questa cosa è inammissibile. Non siamo tutelati, non siamo inquadrati contrattualmente: veniamo pagati 15 euro lordi e se capita di superare 5mila euro di guadagno complessivo, netti prendiamo 6 euro. Veramente una miseria”.
“Noi siamo figure importanti per l’inclusione dei ragazzi in condizione di disabilità – sottolinea Claudia Palma, un’altra assistente Asacom -, li aiutiamo nell’acquisire un’autonomia sia personale che sociale. La scuola è iniziata da tre settimane e noi non siamo ancora con loro, è assurdo. Un copione che si ripete ogni anno, noi non iniziamo mai con loro il primo giorno di scuola. Questa è una vergogna. Chiaramente, c’è anche una perdita di assistenti all’autonomia considerando che non siamo contrattualizzati, i pagamenti che abbiamo non sono mai mensili ma quando va bene sono quadrimestrali. La gente che non può sostenere questo tenore di vita lascia il lavoro. Gli assistenti all’autonomia non riescono a coprire tutte le esigenze dei ragazzi con disabilità e soprattutto una dequalifica del nostro ruolo: non siamo tappa buchi delle ore in cui manca l’insegnante di sostegno, non siamo lì come personale Ata con tutto rispetto né siamo lì a lavorare nelle segreterie. Noi siamo lì per lavorare come figure importanti nell’inclusione, ed è ora che questa cosa ci venga riconosciuta. I genitori ci sono vicini, riconoscono di più loro la nostra importanza di quanto facciano le scuole”.
“Siamo assunti come liberi professionisti, ma di fatto siamo sottoposti alle decisioni del dirigente scolastico. Questa è un’incongruenza – afferma un’altra assistente alla comunicazione -. Ci venga garantito un contratto giusto, i poveri genitori hanno ragazzi affetti da disabilità. Non è lavoro questo, io lo faccio solo per i ragazzi: per me è una missione”.
“Sono una psicoterapeuta e lavoro come assistenze all’autonomia e alla comunicazione da sette anni –Alessandra Messina – Noi abbiamo un atto di adesione e non un contratto. Sostanzialmente sono un libero professionista con partita Iva, il Comune di Palermo paga la scuola e gli istituti scolastici noi. Peccato che però questo passaggio venga fatto ogni sei-sette mesi invece che tre come dovrebbe essere. L’ultimo pagamento lo abbiamo ricevuto ad agosto inerente alle mensilità di aprile e maggio: per me è allucinante. Ci siamo sentiti buttati a terra. Il Comune di Palermo ha le sue colpe, ma anche le scuole hanno le loro perché ci trattano come stracci da terra. Io ho dovuto mandare una mail alla scuola per sapere l’importo che mi spettava perché se sbagli un centesimo la fattura ti ritorna indietro. Io la fattura l’ho emessa l’8 luglio, loro ci hanno pagato il 21 agosto. Siamo stanchi, questo per me è il mestiere più bello del mondo, amo lavorare con i bambini”.
“Io credo nel mio lavoro, nella nostra professionalità che è svilita. Siamo trattati malissimo, siamo i tappabuchi degli insegnanti di sostegno che alcuni ci trattano bene altri male. Noi siamo tenuti a farci controfirmare ora per ora, è assurdo essendo dei liberi professionisti. Non c’è un contratto, abbiamo chiesto di non essere controfirmati. Ci vedono come dipendenti, ma siamo trattati sottoterra. Se ho 20 ore a settimana, mi devo fare quelle ore e poi posso decidere cosa fare. Molti di noi hanno un altro lavoro perché non è possibile andare avanti con una paga ogni sette mesi”.
Situazione in evoluzione
“Oggi si è avviata un’interlocuzione con l’Assessore Tamajo. Io e un gruppo di colleghi, accompagnati dal consigliere Chinnici, abbiamo avuto l’opportunità di rappresentare le nostre istanze a chi si occupa direttamente del Servizio” ha spiegato Nadia Madonia, Assistente all’autonomia e alla comunicazione. Abbiamo evidenziato tutte le criticità e abbiamo programmato di rincontrarci tra un paio di mesi per fare il punto della situazione e verificare quali obiettivi sono stati realizzati e quali potranno esserlo dall’amministrazione comunale”
