Periodo complicato per il Palermo che dopo un buon inizio di campionato adesso si trova a meno sei punti dalla zona promozione. Il direttore sportivo Carlo Osti ha parlato del delicato momento della squadra rosanero al Giornale di Sicilia. Queste le sue parole: “Capire bene quali possano essere i fattori di una frenata, anche così brusca, è molto difficile. Sicuramente ci sono una serie di motivi, io credo che l’aspetto mentale sia predominante. A volte basta poco per far scattare una scintilla che ci permetta di arrivare a raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo”.
Correlazioni con lo scorso campionato? “Non penso che ce ne siano, sono arrivato a Palermo il 4 gennaio e abbiamo fatto un mercato di un certo livello con gli arrivi di Audero, Magnani e Pohjanpalo. In questo momento siamo quinti in classifica ma rimaniamo fiduciosi e consapevoli che questa squadra, per come è stata costruita, possa e debba ambire a posizioni più prestigiose”.
Bisogna ritrovare umiltà e motivazione, il dictate di Osti: “Non credo agli inganni quando dietro c’è il lavoro. Quando la squadra ha giocato come sa, si è visto chiaramente che la direzione era quella giusta e lo hanno riconosciuto tutti: addetti ai lavori, media, tifosi. Poi, come dicevo prima, il calcio vive di momenti: la fiducia può crescere o calare, ma la base resta. Forse qualcuno ha pensato che la Serie A potesse essere un traguardo facile, ma chi conosce la B sa che non lo è mai. È un campionato lunghissimo, pieno di trabocchetti. Dobbiamo ritrovare quella fame e quell’umiltà che avevamo
a inizio stagione: tornare a giocare con il fuoco dentro, come se ogni gara fosse una finale. Quello spirito, quella rabbia positiva, è ciò che fa la differenza”.
La società: “Il City Football Group è un gruppo di lavoro che conosce perfettamente le dinamiche del calcio e che condivide la nostra visione. La proprietà ci è vicina, ci sostiene e ci chiede, giustamente, risultati all’altezza del progetto. Poi è chiaro che ogni realtà ha le sue caratteristiche, quindi è giusto che il Palermo mantenga la sua autonomia come le altre squadre del gruppo”.
Fase offensiva: “Ci sono periodi in cui la palla non entra e tutto sembra complicato. Gli attaccanti lavorano bene, ma dobbiamo produrre di più e finalizzare con maggiore precisione”.
Sull’allenatore nessun dubbio: “Inzaghi è il primo a fare autocritica, ho apprezzato molto le sue parole responsabili nel post gara di Castellammare di Stabia. È un allenatore che vive di calcio e di passione, che non si accontenta mai e che ha una incredibile mentalità. Credetemi: nessun allenatore in Serie B ha più voglia di vincere di lui. Ed è proprio per questo che sono certo che riuscirà a trasmettere il concetto anche a questo gruppo. Se consideriamo anche la sua meticolosità nel lavoro quotidiano e la sua grande voglia, penso che il gruppo non possa far altro che seguirlo credendo ciecamente nelle sue idee di calcio”.
Nessun dubbio su Brunori: “È il capitano, ora il suo contributo – insieme a quello degli altri leader – deve essere determinante non solo in campo”. Palumbo? “Ha saltato il ritiro, ma è un giocatore di qualità e presto sarà decisivo”.
Attesa per i giovani: “Ce ne sono e sono validi. Ma devono crescere attraverso il lavoro e gli errori”.
Colloquio con la squadra: “Vivendo la nostra quotidianità a Torretta i confronti tra direzione sportiva, staff tecnico e calciatori sono all’ordine del giorno. Nel caso specifico, dopo Castellammare di Stabia abbiamo già avuto confronti ma aspettiamo anche il rientro di Bereszysnki e Pohjanpalo per completare tutte le valutazioni”.
Cosa è mancato rispetto a un inizio di stagione positivo? “Abbiamo avuto degli imprevisti come la vicenda di Magnani, ma non cerchiamo alibi, sarebbe l’errore più grave. L’allenatore è perfettamente consapevole di dover migliorare sul piano tecnico crescendo sotto l’aspetto dello sviluppo del gioco e delle proposte offensive ma tale crescita dovrà essere supportata da una grande volontà da parte del gruppo. La rosa corta è una
scelta di equilibrio pienamente condivisa
con Inzaghi. Volevamo un gruppo motivato, coeso, con ruoli chiari e dove tutti si sentissero titolari. Certo, ripeto, ci sono stati imprevisti ma non ci attacchiamo agli alibi”.
Osti non ha dubbi sul sostegno della piazza: “I tifosi fino ad oggi so-
no stati esemplari. Non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, nemmeno dopo le sconfitte. E questo per noi è un patrimonio inestimabile. A loro dico che il Palermo reagirà, che siamo tutti uniti per riportare entusiasmo e risultati. Il momento difficile passerà, perché abbiamo la forza per rialzarci. E lo faremo tutti insieme: società, squadra e tifosi. Per aspera ad astra”.
Come uscire da questo momento: “Non vorrei essere banale ma credo che ci sia bisogno di tanto lavoro e di consapevolezza della propria forza, ben sapendo che finora abbiamo commesso degli errori in campo. La prossima gara con l’Entella potrebbe essere la classica cartina di tornasole, affrontando una squadra di categoria che rispettiamo. Spero che tutti possano aver far tesoro delle trasferte di Catanzaro e Castellamare di Stabia per far sì che Chiavari rappresenti un momento di ripartenza”.
La classifica sta iniziando a complicarsi: “Mancano ventisei partite, cioè quasi un intero campionato. I distacchi contano solo se si perde la convinzione e noi non la perderemo. Il nostro obiettivo resta chiaro. Ma per farlo dobbiamo smettere di guardare la classifica. Se il Palermo ritrova se stesso, ogni traguardo è possibile, ma oggi conta solo la gara di Chiavari”.
