Palermo, si sente male dopo aver fumato crack e viola i domiciliari per andare in ospedale: assolta
Era finita a processo perché sorpresa fuori la sua abitazione nonostante fosse sottoposta agli arresti domiciliari. Il giudice Fabrizio Forte del Tribunale di Palermo ha deciso di assolvere K.S. ragazza 28enne nata a Noto ma residente nel capoluogo siciliano nella zona di via Roma.
L’episodio risale al 13 settembre 2020 quando durante un controllo le forze dell’ordine non trovarono in casa la donna, allora 23enne ed ai domiciliari dal mese prima per furto aggravato. Come da documentazione attestata e da successivi controlli, la giovane non era in casa perché si era recata all’ospedale Civico di Palermo dove era entrata in codice giallo manifestando “malessere generale ed episodio lipotimico dopo aver fumato crack”. La donna, soggetto tossicodipendente, fu sottoposta ad esami e numerosi accertamenti per poi la mattina successiva essere dimessa con una diagnosi che accertava uno stato di “psicosi indotte da droghe”.
La donna assolta perché “il fatto non costituisce reato”
Il pubblico ministero aveva chiesto per l’imputata un anno di reclusione; il giudice, però, ha deciso di assolvere la donna perché “il fatto non costituisce reato”. Nelle motivazioni della sentenza si legge che “alla luce delle esposte e comprovate condizioni patologiche dell’imputata”, difesa dall’avvocato Domenico Cancemi, “non pare potersi affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la scelta di quest’ultima di allontanarsi dal proprio domicilio sia stato frutto di una deliberazione consapevole e volontaria di sottrarsi all’esecuzione della misura cautelare”. Per il giudice, in realtà, si è trattata di “una decisione motivata dall’obiettiva improcrastinabile esigenza di ricorrere all’immediato intervento dei sanitari”. La difesa della ventottenne è quindi riuscita a dimostrare il venir meno dell’elemento soggettivo del reato.
