Orlando il sindaco non lo sa fare: ultimo nel gradimento dei primi cittadini italiani

La maggior parte di coloro che hanno votato contro di lui ritiene che Orlando guardi troppo al mondo, ma poco alla città e ai suoi problemi

Non bastano le battaglie per i diritti civili, i cittadini vogliono risposte, chiedono servizi efficienti. Se non arrivano, presentano il conto. Così, Leoluca Orlando si ritrova ultimo nella classifica di gradimento dei sindaci italiani. Soltanto il 38,1 per cento dei palermitani tornerebbe a votare l’attuale primo cittadino del capoluogo siciliano. Potremmo dire, con una battutanche, per i palermitani, Orlando “il sindaco non lo sa fare”. 

Non è un risultato che può sorprendere, a ben guardare le condizioni in cui versa la città di Palermo, soffocata da emergenze in ogni settore del vivere quotidiano. E dietro alla facciata di un centro pulsante di vita, di iniziative culturali, di foto con gli operatori delle Ong, delle battaglie a colpi di comunicati stampa con il leader della Lega, Matteo Salvini, c’è uno stallo generale che ha esasperato i palermitani. Che, adesso lo hanno espresso in modo incontrovertibile, secondo la nuova classifica del gradimento che gli abitanti delle città riservano ai loro sindaci, misurato dall’edizione 2020 del Governance Poll, pubblicata dal Sole 24 ore. Bocciatura secca anche per Salvo Pogliese, sindaco di Catania, terz’ultimo, con la sindaca di Roma, Virginia Raggi tra i due primi cittadini delle più grandi città siciliane. Spicca, invece, il forte gradimento di Cateno De Luca, sindaco di Messina. Il suo decisionismo, la sua sovraesposizione mediatica nei giorni del lockdown, evidentemente hanno fatto presa sui suoi concittadini, che hanno messo da parte altre considerazioni sullo stato della loro città. 

A mettere in correlazione la bocciatura di Orlando, Pogliese, Raggi e gli altri sindaci in coda alla classifica, è lo stesso Sole 24 ore, nella lettura dei dati pubblicati: “Quando le risposte non arrivano e l’amministrazione continua a arrancare tra servizi zoppicanti e conti traballanti, i cittadini si arrabbiano e fanno piovere i “no” alla domanda sulla disponibilità a rivotare il sindaco in carica. 
Il danno, per Orlando è più di immagine che sostanziale, lo è sempre quando arrivano queste classifiche che lasciano il tempo che trovano. Il sindaco ha spalle larghe, una capacità di incassare come pochi e una volontà ferrea a andare avanti per la sua strada, a prescindere dal sentimento ondivago dei palermitani che, alle urne, poi lo premiano quasi sempre. Ma non si può pensare che a Palermo il 62% dei cittadini siano “nemici della contentezza”. 

Su questo giornale ci siamo occupati dei tanti disservizi che affliggono Palermo, dai trasporti ai cimiteri, al verde, all’impiantistica sportiva, ai sovrappassi, agli attraversamenti pedonali, ma l’elenco sarebbe infinito. I palermitani si scontrano ogni giorno con tutto quello che non funziona e rende la vita quotidiana difficile. Orlando guarda al mondo, ma poco alla città e ai suoi problemi, secondo quel 62%.

Serve una riflessione, tra le forze politiche cittadine. Per arrivare alle elezioni amministrative con un progetto vero, non cercando una leadership che attiri consensi personali e momentanei, trascinando coi suoi voti una coalizione per conquistare il Consiglio comunale. 
Alle elezioni mancano due anni e la città ha necessità di una svolta, di risposte concrete e rapide. I cittadini vogliono essere ascoltati e quest’ultimo sondaggio lo ha dimostrato. Anzi, confermato. Fare finta di niente sarebbe da irresponsabili.