“Non preparatevi all’autunno”: l’annuncio shock dei climatologi, da quest’anno avremo solo 2 stagioni | CONFERMATO
Autunno - fonte pexels - palermolive.it
Andiamo verso l’equinozio d’autunno e il cambio di stagione, ma quest’anno c’è una brutta sorpresa
Il 22 settembre segna la fine dell’estate astronomica e l’inizio dell’autunno astronomico, un passaggio scandito dall’equinozio. Come avviene anche in primavera, l’equinozio è il momento in cui i raggi del Sole cadono perpendicolari sull’Equatore, determinando un equilibrio tra ore di luce e di buio in ogni punto della Terra. Questo fenomeno, che dura solo due giorni all’anno, rappresenta una delle fasi più significative del ciclo delle stagioni.
A differenza dei solstizi, in cui uno dei poli terrestri è più esposto al Sole mentre l’altro ne riceve una minore quantità, durante l’equinozio nessun polo è inclinato verso la nostra stella. Ne deriva che il 22 settembre, come il 20 marzo, tutte le aree del pianeta sperimentano circa dodici ore di giorno e dodici di notte. Questo equilibrio, tuttavia, si rompe subito dopo, quando le ore di luce cominciano a diminuire nell’emisfero boreale e ad aumentare in quello australe.
Nei giorni successivi all’equinozio, le differenze tra Nord e Sud del globo si accentuano. Mentre a sud dell’Equatore le giornate iniziano ad allungarsi, a nord esse si accorciano progressivamente fino a raggiungere il minimo di luce al solstizio d’inverno. Al contrario, nell’emisfero australe si arriva a vivere il periodo di massima insolazione e di giornate più lunghe, con un’inversione stagionale rispetto all’Europa.
Se dal punto di vista astronomico il passaggio da una stagione all’altra è netto, non accade lo stesso per le stagioni meteorologiche. Queste ultime non hanno un confine preciso e vengono influenzate dalle dinamiche atmosferiche. Negli ultimi anni, a causa del riscaldamento globale e della crescente instabilità climatica, le stagioni di transizione come l’autunno risultano meno definite e spesso sembrano fondersi con estate e inverno.
L’autunno nelle tradizioni del mondo
L’equinozio d’autunno è da sempre un momento celebrato dalle culture di tutto il mondo. In Giappone, il 23 settembre ricorre lo Shūbun No Hi, una festa dedicata ai raccolti e alla memoria dei defunti. In Lituania, a Vilnius, migliaia di candele illuminano il fiume Neris per salutare l’arrivo della nuova stagione. Anche a Machu Picchu, antica città Inca, l’equinozio è un evento di grande richiamo: qui la pietra intihuatana diventa simbolo del legame tra Sole e Terra, poiché in quel momento non proietta alcuna ombra.
Il riscaldamento globale non influenza soltanto le regioni temperate, ma anche i tropici. L’aumento delle temperature provoca uragani più violenti, siccità prolungate e un riscaldamento delle acque oceaniche che porta allo sbiancamento delle barriere coralline. Questi fenomeni mettono a rischio la biodiversità e le comunità che dipendono da ecosistemi fragili e sempre più minacciati.

Autunni meno definiti e più estremi
Il cambiamento climatico ha reso l’autunno una stagione meno riconoscibile. Un tempo caratterizzato da un graduale raffreddamento, oggi può presentare alternanze brusche tra ondate di caldo anomalo e precipitazioni intense. Nubifragi, grandinate e forti venti sono diventati più frequenti, specialmente nelle regioni settentrionali. Questa variabilità complica le previsioni meteo e altera gli equilibri naturali.
Un autunno meno definito porta con sé conseguenze rilevanti. I cicli vitali di piante e animali vengono disturbati, con effetti a cascata sugli ecosistemi. Gli incendi boschivi si estendono per periodi più lunghi, mentre la salute umana è messa a rischio dall’aumento delle allergie e dalla diffusione di virus stagionali. Anche la disponibilità di risorse naturali può risentirne, con impatti economici e sociali che mostrano quanto le stagioni non siano soltanto un fatto astronomico, ma anche una realtà sempre più condizionata dalle trasformazioni climatiche.
