L’ordinanza è ancora valida, e Musumeci diffida i prefetti anche nelle Procure

Il presidente della Regione Sicilia, considerando che in mancanza di una formale opposizione il suo provvedimento è valido e va applicato, ha diffidato i prefetti per non aver provveduto allo sgombero dei centri di accoglienza

Dopo l’ordinanza del governatore della Sicilia Nello Musumeci di due giorni fa, l’unica risposta giunta da Roma è stata una nota con la quale veniva affermato che “la gestione della sicurezza sanitaria è competenza del governo”. Non firmata, ma accompagnata dalla generica dicitura “fonti del Viminale”. Segno che nessuno ci ha voluto mettere la faccia, mentre veniva fatta filtrare la notizia che l’ordinanza verrà impugnata al Tar. Ma fino ad ora non è stato fatto nessun passo formale in questa direzione.  Addirittura pare che ancora si stia discutendo se l’impugnativa debba essere fatta dal presidente del Consiglio o dalla Lamorgese.

DIFFIDA AI PREFETTI

Stando così le cose, in serata Musumeci ha formalmente accusato i prefetti di omissione di atti d’ufficio per non aver applicato la sua ordinanza di sgombero dei centri di accoglienza. Giusto o sbagliato che sia, in mancanza di una formale opposizione, il provvedimento va applicato, non essendoci atti ufficiali che lo sospendono o lo annullano. Per questo motivo  il presidente della Regione Sicilia ha indirizzato una diffida ai prefetti, inoltrandola anche a tutte le Procure dei capoluoghi. Nel testo viene contestato ai prefetti il reato di omissione di atti d’ufficio «ai sensi dell’articolo 328 del codice penale», che prevede la reclusione da 6 mesi a 2 anni, nel caso continuassero a non applicare le sue disposizioni. I media stamattina rendono noto che i prefetti avrebbero chiesto al Governo l’applicazione di uno “scudo penale”, che li metterebbe al riparo da qualsiasi accusa.

GLI ISPETTORI SANITARI A POZZALLO

Nel frattempo gli Ispettori sanitari voluti da Musumeci hanno iniziato il loro giro recandosi a Pozzallo. E pur essendo arrivati alcune ore dopo che il Viminale aveva già trasferito 60 migranti positivi, hanno stilato un documento che evidenzia più rilievi negativi, importanti e pericolosi per queste comunità. Hanno scritto che a Pozzallo mancava il disinfettante per le mani, e molti dei presenti non indossavano la mascherina. Il numero dei presenti sarebbe incompatibile con il rispetto delle distanze di sicurezza, e, infine, all’interno del centro non c’era alcun servizio medico. Nei prossimi giorni gli ispettori si recheranno a Lampedusa, Caltanissetta, Messina e Trapani. Musumeci ha ribadito che, da quanto visto a Pozzallo, è già evidente che gli hotspot e i centri di accoglienza vanno chiusi, come già aveva scritto nella sua ordinanza.