L’omicidio del magazziniere di farmacia a Palermo, l’avvocato del cognato: “Forte disagio psichico”
Si sarebbe presentato di sua spontanea volontà lunedì sera in Questura a Palermo Giuseppe Cangemi, l’uomo di 62 anni accusato di aver ucciso il cognato Stefano Gaglio 39 anni. L’omicidio è avvenuto lunedì mattina pochi minuti dopo le 9 tra via Oberdan e piazza Principe di Camporeale davanti la farmacia Sacro Cuore dove la vittima lavorava come magazziniere da 17 anni. Avrebbe ammesso di aver sparato lui a Gaglio, ma poi non è riuscito a dire altro nemmeno a spiegare il movente.
Dietro l’omicidio ci sarebbe una villetta in eredità e altri screzi tra i due, ma l’avvocato difensore di Cangemi, Salvino Pantuso smentisce e parla di “forte disagio psichico”. “Questo disagio porta ad affermare che non c’è alcun movente che abbia spinto il mio assistito a sparare contro il cognato. Questo è un aspetto che dovrà essere valutato nel prosieguo delle indagini. Si è detto di eredità o di questioni economiche, ma non è così. Il mio assistito – conclude – si è dimostrato collaborativo, ha ammesso le sue responsabilità”.
Cangemi lavora come dipendente alla Rap, ma ieri non si era presentato a lavoro. Gli investigatori stanno ascoltando in queste ore le famiglie per cercare di comprendere il movente che ha spinto l’assassino a sparare tre-quattro volte al cognato. Interrogata anche la compagna del sessantaduenne, sorella della moglie della vittima.
L’omicidio ripreso dalle telecamere
Come testimoniano le immagini di videosorveglianza l’agguato è stato alle 9.11, quando l’assassino, un uomo robusto e brizzolato, avrebbe atteso l’arrivo di Gaglio nel retro della farmacia e poi esploso tre o quattro colpi di pistola a distanza ravvicinata, senza lasciargli scampo. La vittima aveva appena posteggiato lo scooter e stava entrando a lavoro dopo aver lasciato a scuola le figlie. È stato soccorso da una pediatra e da un medico che era di passaggio in quel momento, ma purtroppo per il 39enne non c’è stato nulla da fare.
