L’Europa ha paura e si avvia verso il lockdown, più o meno soft. Anche l’Italia ci pensa

Conte vuole vedere l’effetto dell’ultimo dpcm. Ma l’ala rigorista obietta: «Rischiamo di arrivare tardi». Macron: «Siamo sommersi, urge un colpo di freno»

Per il premier Conte il lockdown è come un tabù, vorrebbe quasi esorcizzarlo:  spera che siano sufficienti le misure varate domenica nell’ultimo Dpcm,  ma la realtà lo incalza. Il dato di ieri,  che sfiora i 25 mila positivi, sia pur con il record di tamponi, porta a pensare che potrebbe essere inevitabile arrivare a misure ulteriormente restrittive. Tutto dipende dai prossimi giorni: considerata l’attuale progressione dei numeri,  da qui a una settimana si potrebbe arrivare a una quota di 30/35 mila contagi. Se fosse questa la realtà, sarebbe indispensabile pensare ad un lockdown, forse non così stringente come quello della scorsa primavera ma nemmeno troppo distante da lì. L’ala rigorista obietta: «Rischiamo di arrivare tardi». Se invece il numero dovesse stabilizzarsi, potrebbe essere il segnale che la stretta sta producendo i suoi effetti e si andrebbe avanti così. 

L’EUROPA CHIUDE

Mentre in Italia si discute sull’ipotesi di nuove misure, altri Paesi Ue stanno adottando restrizioni molto stringenti. Il presidente francese Emmanuel Macron in un discorso alla nazione ha annunciato un lockdown nazionale da venerdì. Anche in Germania la  Merkel ha detto che ci sarà un lockdown “soft” in vigore per 4 settimane su tutto il territorio a partire dal 2 novembre. Crescono le pressioni della comunità scientifica britannica sul governo di Boris Johnson per restrizioni ulteriori, e in Spagna sono previste chiusure a livello regionale. Anche in altri stati europei sono stati severamente inaspriti i provvedimenti a livello nazionale, con coprifuoco, limitazioni nei contatti e chiusure scuole superiori. Come in Svizzera, Belgio, Irlanda, Olanda e Svezia. Ma tutti ammettono che se la curva dovesse continuare ad impennarsi si arriverà alla chiusura.

LA PUGLIA CHIUDE LE SCUOLE

Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, ieri con una sua ordinanza ha stabilito di sospendere la didattica in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado  da venerdì 30 ottobre a martedì 24 novembre. «Abbiamo dovuto prendere una decisione difficile ─ ha detto Emiliano ─. Sono almeno 286 le scuole pugliesi toccate da casi Covid. Tutto questo in un solo mese di apertura e nonostante in Puglia la scuola sia iniziata il 24 settembre, ben 17 giorni dopo altre regioni. I dati ci dicono che sono almeno 417 gli studenti risultati positivi e 151 i casi positivi tra docenti e personale scolastico. Questa decisione tiene conto anche dell’appello dei pediatri pugliesi. Ci auguriamo che i dati epidemiologici consentano al più presto il ritorno alla didattica in presenza».