Lettera aperta di Santa Rosalia: «Palermitani, io vi dico che… »

Immaginiamo la santuzza nel giorno dell’acchianata probita. Una lezione di fede e di civiltà, un abbraccio per don Cosimo, l’elogio della risata. E una conferma: tifa Palermo, sempre e comunque

Carissimi, vi scrivo queste poche righe perché so che oggi sarà difficile vederci. Però non vi preoccupate, Santuzza che sono la grazia ve la faccio lo stesso. Purchè non si scenda nel banale o nell’impossibile, che poi le due cose spesso confinano. Per esempio, non mi chiedete di togliervi quelle strisce blu di parcheggio in mezzo alla strada. Io la santa la so fare ma queste cose appartengono a quella sfera umana che si chiama imbecillità e sulla quale non ci è possibile intervenire. E poi, suvvia, ridere è importante nella vita e far ridere ancora di più. E se non fosse che è comunista e da queste parti c’è ancora qualche pregiudizio, quel bontempone di Giusto che di risate ce ne fa fare tante me lo ritroverei in salotto. Non mi chiedete numeri del Lotto (capita anche questo) o di apparire in sogno a quelli – uomini e donne – che si fanno i selfie ammucchiati nelle feste che sarebbero proibite oltre che sconvenienti anche in sedi private, che tanto coviddi non ce n’è.

Con tutta la buona volontà, qui neanche un miracolo ci può. Nella mia lista dei non posso aggiungerei il concetto di senso civico. Niente, non lo posso insegnare. Rassegnatevi al posteggio creativo, a non rispettare la fila negli uffici pubblici, alla ricerca della raccomandazione, al gioco del fotti compagno nelle relazioni amorose, alla piccola violenza quotidiana dei posteggiatori abusivi. E alla munnizza. Sì, rassegnatevi, farete meno bile, si vive meglio, più integrati, meno ncazzusi. Insomma, comportatevi bene, che è sempre meglio, ma con moderazione che il confine tra eroe e coglione è sempre più sottile e la vita è bella e sacra e da tutelare ad ogni costo. So che molti di voi si chiederanno, ma questa che santa protettrice è se non ci aiuta nella vita quotidiana, se non ci insegna a essere migliori. Carissimi, come per i regali di compleanno non azzeccati, si dice che è il pensiero che conta. Anche nel mio caso è così. Pensatemi, intensamente, se questo vi fa stare meglio. E’ più che sufficiente per chi ha un’anima bella, potrei essere una perfetta compagna di viaggio. Altrimenti è fatica sprecata, compresa quest’acchianata che ai più piace per lo schiticchio in cima al monte e per potere raccontare di averla fatta questa famosa acchianata, come se il sudore aiutasse a liquefare anche il peggio del peggio. Comunque sia, vorrei abbracciarvi tutti, belli e brutti, probi e peccatori, vergini e puttane, malacarne e personcine oneste. E in quest’abbraccio distribuirvi carezze e pizzicotti, tanto ciascuno di voi saprebbe bene il perchè. Meno male che non mi vedrete perché mi farei trovare con la mascherina, meno Rosa e più Rosalia, con la mano nei fianchi a ricordarvi che il nostro patrimonio da salvare, oggi che siamo aggrediti da una piccola e invisibile peste, sono sempre i più deboli. E la mascherina è simbolo di rispetto. Sorelle e fratelli, oggi non pregate per me, fatelo per voi, per la vostra comunità, per i vostri cari, per la nostra città che sarà quella che è ma è sempre la più bella del mondo. E pregate per Cosimo che domenica si congeda dall’Albergheria e merita il nostro affetto e la nostra riconoscenza. Fedeli e non, guardatelo negli occhi perché è con gli occhi che parla il cuore. Statevi bene, che Rosa vostra vi guarda. Ps- Io da Monte Pellegrino le partite me le sono guardate tutte e sentite a me, Vazquez era meglio di Pastore e un altro Miccoli forse lo avremo tra 100 anni. E queste maglie non mi piacciono neanche un poco, forse perché il rosa è sbiadito. In quanto al logo, ditelo a Mirri, non si può guardare. Comunque sempre forza Palermo