INPS, la data è da incorniciare: se fai questo mestiere paghi pochissime tasse | Lo Stato non può più spillare soldi
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La tua partita IVA può costarti meno di quanto pensi, se sai quando e come pagare.
Il lavoro in Italia vive una fase complessa: il tasso di disoccupazione rimane una delle principali preoccupazioni delle famiglie, mentre sempre più persone scelgono la strada del lavoro autonomo per garantirsi un reddito stabile. Ma aprire una partita IVA comporta anche obblighi previdenziali da non sottovalutare.
Molti artigiani, commercianti e liberi professionisti temono di dover versare cifre enormi all’INPS, soprattutto quando il reddito è ancora incerto o appena sufficiente a coprire le spese. La realtà, però, non è così spaventosa come sembra: ci sono regole precise e possibilità di riduzione dei contributi.
Non tutti sanno che i contributi INPS non sono tasse “perdute”: rappresentano i versamenti obbligatori che garantiscono la futura pensione. È un fondo che ti verrà restituito gradualmente alla fine della carriera lavorativa, e non un costo inutile.
Tuttavia, l’ammontare dei contributi dipende dal tipo di attività e dalla categoria di appartenenza, e le differenze possono essere notevoli.
Artigiani e commercianti: quanto costa davvero il regime forfettario nel 2025
Per artigiani e commercianti, l’iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS comporta contributi fissi annuali, calcolati anche se il reddito effettivo è inferiore al minimale. Per il 2025, il minimale è 18.555€, con contributi che vanno dai 4.371€ per gli artigiani sotto i 21 anni ai 4.549€ per i commercianti adulti.
Oltre questa soglia, si applicano aliquote aggiuntive sul reddito eccedente, che possono arrivare fino al 25,48% per i commercianti e al 25% per gli artigiani. La buona notizia? È possibile richiedere una riduzione dei contributi fino al 50%, se si rispettano determinate condizioni.
Liberi professionisti: la differenza tra cassa e Gestione Separata
Chi è iscritto a un Albo professionale (medici, avvocati, ingegneri) versa i contributi alla propria cassa, che include quota soggettiva minima, contributo integrativo e contributo di maternità/paternità. Le scadenze variano a seconda della cassa di riferimento, ma ogni professionista ha chiari riferimenti sul proprio sito ufficiale.
I professionisti senza cassa, come consulenti o web designer, versano invece i contributi alla Gestione Separata INPS, calcolati solo in percentuale sul reddito. Nel 2025, questa percentuale è del 26,07%, e se non c’è fatturato, non si paga nulla.
