INPS, 50€ in meno da ottobre: milioni di pensionati con i cedolini mutilati | Conguagli killer fino a Natale
Cedolino pensione di ottobre - fonte pexels - palermolive.it
Pensioni di ottobre 2025, un mese senza rivalutazioni, le variazioni potrebbero incidere sulla vita dei pensionati
Il mese di ottobre 2025 si presenta come un periodo di conferme più che di cambiamenti per milioni di pensionati italiani. L’attenzione principale è rivolta al cedolino pensione ottobre 2025, che non registrerà alcuna rivalutazione automatica, lasciando invariati gli importi rispetto al mese precedente. Tuttavia, alcune voci, come conguagli IRPEF o eventuali trattenute fiscali, potrebbero influire sull’importo effettivo accreditato sul conto corrente.
Per la maggior parte dei pensionati, l’importo della pensione di ottobre resterà identico a quello di settembre 2025. L’assenza di rivalutazione è dovuta al fatto che l’adeguamento delle pensioni all’inflazione è previsto solo a partire da gennaio 2025, con un incremento stimato del 1,7%. Questo significa che, senza considerare conguagli o rimborsi, le pensioni non subiranno modifiche in autunno.
Tra le novità presenti nel cedolino di ottobre vi sono i conguagli IRPEF. Si tratta di rettifiche fiscali che allineano le tasse trattenute durante l’anno con l’effettivo debito fiscale del pensionato. Chi ha pagato più del dovuto riceverà un rimborso, mentre chi ha versato meno potrà subire una trattenuta diretta sulla pensione. Chi invece nel conguaglio IRPEF è a debito ad esempio di 150 euro, la cifra viene recuperato con 3 mensilità consecutive di 50€.
Le trattenute colpiscono quei pensionati che risultano debitori verso l’erario. Il calcolo viene effettuato dall’INPS considerando il reddito complessivo dell’anno precedente, le tasse già versate e le detrazioni applicate. Se emerge un debito, l’importo mancante viene prelevato direttamente sul cedolino di ottobre, con possibilità di rateizzazione nei mesi successivi in caso di importi elevati.
Rivalutazione pensioni 2025
La rivalutazione automatica delle pensioni, attesa da molti come misura per compensare l’inflazione, non sarà applicata in ottobre. L’incremento provvisorio del +1,7% entrerà in vigore solo a gennaio 2025. Ciò significa che l’autunno rappresenta un periodo di stabilità nominale per le pensioni, senza aumenti di importo, e senza alcuna compensazione per eventuali rincari dei prezzi.
Per comprendere quanto verrà effettivamente accreditato, occorre partire dall’importo netto del mese precedente, aggiungendo eventuali rimborsi e sottraendo le trattenute fiscali. Eventuali errori nella dichiarazione dei redditi o differenze nelle detrazioni applicate possono modificare sensibilmente l’importo, mentre per la maggioranza dei pensionati le variazioni saranno lievi e legate unicamente ai conguagli IRPEF.

Pagamento e tempistiche
Il pagamento delle pensioni seguirà il consueto calendario dell’INPS, con accredito a partire dal primo giorno bancabile di ottobre. Anche i conguagli IRPEF verranno generalmente corrisposti nella stessa mensilità, salvo ritardi dovuti all’aggiornamento dei dati fiscali da parte di CAF o intermediari. Eventuali differenze potranno essere recuperate nei cedolini successivi.
Per evitare sorprese, è consigliabile verificare attentamente il proprio cedolino INPS tramite i servizi online, CAF o patronati. In questo modo è possibile monitorare rimborsi, trattenute e ogni altra voce che influisce sull’importo finale. L’autunno 2025 si presenta quindi come un periodo di stabilità per le pensioni, con l’unico elemento di attenzione rappresentato dai conguagli fiscali, mentre la vera novità arriverà solo a gennaio con la rivalutazione delle pensioni.
