Gli ex lavoratori dell’Opera Pia saranno reintegrati, Nadia Spallita: «Giusto così»

L’avvocato: “Da parte del Giudice del lavoro una sentenza così ben motivata, un’analisi talmente puntuale e particolareggiata che credo sia davvero difficile contrastarla qualora l’ente dell’Opera Pia dovesse decidere di ricorrere in appello”. 

Tenendo fede al loro nome, furono le iene, due anni fa, a fiutare una delle vicende più dibattute del mondo della chiesa palermitana degli ultimi tempi. Parliamo della nota vertenza riguardante gli ex dipendenti dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffino (OPCER), gestita dalla stessa Curia del capoluogo siciliano. Allora, nel corso di una puntata del noto programma di denuncia, fu Filippo Roma, microfono alla mano, a costringere ad una sorta di fuga precipitosa l’Arcivescovo di Palermo, reo di avere lasciato in miseria 42 dipendenti. Un dribling, quello dell’uomo di chiesa che lasciò di stucco un po’ tutti.  Insomma, una situazione alquanto spinosa, divenuta ancora più imbarazzante di fronte al rifiuto, da parte del consiglio di amministrazione dell’ente, di sottoscrivere la proposta di accordo avanzata dal giudice del lavoro, per accompagnare una parte di loro alla pensione e chiudere in maniera bonaria la controversia di coloro che hanno impugnato il licenziamento. 

Marcato stretto dalle Iene, il cardinale Lorefice si vide costretto a dribblare Filippo Roma e il suo microfono

LICENZIATI SENZA GIUSTA CAUSA

Ma è riavvolgendo ulteriormente il nastro relativo alla vicenda che se ne delineano meglio i contorni. La rabbia dei lavoratori licenziati, nonchè la loro volontà di non rassegnarsi fu dovuta al fatto che, dopo il benservito, l’Opera Pia continuò a svolgere i suoi servizi, servendosi sia di una cooperativa esterna che di una decina di loro colleghi. Una scelta considerata fortemente discriminatoria, partorita all ‘interno del Consiglio di amministrazione presieduto dallo stesso vescovo Corrado Lorefice. La parola che venne usata è la più fastidiosa che si possa sentire quando si parla del mondo del lavoro:”raccomandazione”. Grazie alla quale, i più “fortunati” continuarono a svolgere le loro mansioni nella Scuola di Servizio Sociale “Santa Silvia” e in quelle di cura e assistenza del Villaggio anziani. 

LA SODDISFAZIONE DI NADIA SPALLITA

Particolarmente attiva quando si tratta di ingiustizie, soprusi e angherie, a maggior ragione se perpetrate nel mondo del lavoro, allora, a porsi e a porre una serie di legittimi interrogativi volti a far luce sulla vicenda fu Nadia Spallitta. L’avvocato nativa di Agrigento ma palermitana d’adozione, raggiunta da Palermo Live, è oggi più che mai soddisfatta per la piega legale presa.”La chiave di volta della situazione è senza dubbio l’acquisizione, da parte del Giudice del lavoro dei mandati di pagamento degli ultimi due anni da me acquisiti – esordisce -. Siamo stati noi a evidenziare come, nonostante la dichiarazione di cessazione dell’attività dell’Opera Pia, in realtà le stesse continuavano regolarmente. Mettendo in relazione gli atti di pagamento degli anni 2018/2019, con il licenziamento dei 42 lavoratori avvenuto nel 2017, vengono fuori le magagne. È infatti ravvisabile come l’Opera Pia abbia continuato a spendere soldi per la manutenzione degli immobili, degli impianti elettrici, per tasse varie, pagamanenti di dirigenti esterni e docenti. Insomma, una chiara dimostrazione di come l’attività dell’Opera Pia continuasse regolarmente, rendendo assolutamente illeggittimi i licenziamenti. Sempre dai documenti acquisiti dal Giudice del lavoro è emerso che otto ex dipendenti hanno continuato regolarmente a lavorare, per quello che, oggettivamente è un ulteriore caso di discriminazione. Il tutto, sempre secondo la decisione del Giudice senza avere individuato corretti criteri di scelta riguardo chi avrebbe dovuto continuare a lavorare e chi no. Ne esce fuori una sentenza così ben motivata – afferma la Spallitta -, un’analisi talmente puntuale e particolareggiata che credo sia davvero difficile contrastarla qualora l’ente dovesse decidere di ricorrere in appello”. 

OPERA PIA ENTE PRIVATO E NON PUBBLICO

Infine, Nadia Spallitta tiene a sottolineare un altro elemento:”Il Giudice, al contrario di chi fino ad oggi ha sostenuto che l’Opera Pia sia un ente pubblico, ha stabilito che si tratta di un ente privato e religioso, come dimostrato dalla presenza delle suore missionarie che lo gestiscono. Le stesse che, in questi due anni hanno regolarmente continuato a lavorare percependo i dovuti compensi. In buona sostanza l’ennesima dimostrazione che l’Opera Pia non ha chiuso i battenti ma che al contrario continua a svolgere le sue finalità religiose”. 

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