Flotilla, rientrati 26 italiani: altri 15 in attesa dell’espulsione per via giudiziaria

Un gruppo di 18 italiani dei 26 totali rilasciati dalle Autorità israeliane che facevano parte della Global Sumud Flotilla è arrivato verso le 23.30 all’aeroporto di Fiumicino con un volo della Turkish Airlines. Il gruppo si è dapprima imbarcato su un volo charter della Turkish Airlines partito alle 13.40 (12.40 italiane) dall’aeroporto di Eilat diretto a Istanbul; poi, con l’assistenza di un team del Consolato Generale d’Italia in Turchia, è stato trasferito su altri due voli per il rimpatrio, uno per Roma e l’altro per Milano. Altri 15 italiani, che non hanno invece firmato il foglio di rilascio volontario, dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria la prossima settimana.

Flotilla, 15 italiani in attesa di espulsione coatta

Il gruppo dei 26 italiani, precisa la Farnesina, “ha accettato di firmare il foglio di via e ha avuto quindi una procedura accelerata per la partenza”. Sono invece 15 – ribadisce il Ministero – i connazionali che hanno deciso di non firmare il foglio di via: “le autorità israeliane ne disporranno l’espulsione coatta per via giudiziaria nel corso della prossima settimana”. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti “appena disponibili”.

Come dichiarato da Tajani, tra i 26 italiani che hanno lasciato Israele c’è anche Paolo Romano, consigliere regionale lombardo del Pd. “Altri 137 provocatori della flottiglia Hamas-Sumud sono stati deportati oggi in Turchia”, ha detto il ministero degli Esteri israeliano in una dichiarazione su X. “Israele sta cercando di accelerare l’espulsione di tutti i provocatori”, ha aggiunto, specificando che “alcuni di loro stanno deliberatamente ostacolando il processo legale di espulsione”.

“In prigione negati beni essenziali”

Il team legale italiano della Flotilla ha, intanto, depositato in Procura a Roma un esposto relativo sia al fermo degli equipaggi sia all’attacco con i droni subito dalle imbarcazioni in acque internazionali. Ad annunciarlo è stata la portavoce del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, durante una conferenza stampa con i quattro parlamentari rilasciati da Israele.

Gli attivisti della Flotilla “sono stati detenuti illegalmente senza alcuna base giuridica, prelevati dalla Marina militare israeliana senza che avessero commesso alcun reato. Sono stati sequestrati, non arrestati perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato. In prigione sono stati negati i diritti basilari di difesa e la fornitura di beni e servizi fondamentali, come acqua, cibo e accesso ai servizi igienici”, ha aggiunto. “Ci sono 26 italiani che stanno per rientrare mentre 15 restano nelle prigioni. In questa situazione chi rientra prima è perché sceglie di accettare una procedura di rito abbreviato. Chi rientra lo fa perché è importante raccontare, chi resta è perché con i nostri passaporti privilegiati possono tutelare gli altri. Sono scelte concordate dall’inizio. Questo è un movimento internazionale e internazionalista”, ha spiegato Delia.

Per gli italiani ancora trattenuti in Israele “sono in corso le visite consolari” e “io mi auguro possano rientrare nel nostro Paese il prima possibile, nel giro di un paio di giorni”, ha spiegato Tajani. Ieri il team consolare ha potuto incontrare tutti i fermati: stanno bene anche se sono provati da un mese trascorso in mare e dai due giorni di profondo stress dopo l’operazione militare contro le barche, ha riferito la Farnesina. È stato segnalato che nel carcere le condizioni detentive sono particolarmente disagevoli. Tajani ha dato istruzioni all’ambasciata di chiedere tramite il ministero degli Esteri israeliano una verifica e un miglioramento delle condizioni di detenzione. Si sta anche lavorando per accelerare le pratiche di espulsione, che sono state più veloci per i connazionali che hanno deciso di firmare il foglio di via proposto dalle autorità israeliane.