Finisce in rovina – Dell’azienda manifatturiera più famosa d’Italia rimangono solo le macerie | Era il gioiello di Giorgetti
Operai manifatturieri - fonte pexels - palermolive.it
L’azienda e i sindacati trovano l’intesa sugli esuberi: un accordo che salva 130 lavoratori e le rispettive famiglie a Montebelluna
Si è chiusa oggi a Montebelluna, nella sede centrale di Geox, una delicata trattativa tra l’azienda e le sigle sindacali che ha portato alla firma di un accordo per la gestione di 130 lavoratori in esubero. L’intesa arriva dopo giorni di tensione e preoccupazione tra i dipendenti, a seguito dell’annuncio di un piano di riorganizzazione che interessa complessivamente 500 figure. L’operazione è stata motivata dalla necessità di contenere i costi aziendali per circa il 30%, in risposta a un contesto di mercato considerato tra i più complessi degli ultimi anni.
Il cuore dell’intesa raggiunta riguarda la possibilità, per i lavoratori coinvolti, di aderire a un piano di esodo volontario incentivato. Gli importi previsti saranno modulati in base all’anzianità di servizio e, per chi vanta una lunga permanenza in azienda, potranno arrivare fino all’equivalente di un anno di stipendio. Una misura considerata dagli stessi sindacati un compromesso utile a garantire una uscita meno traumatica a chi deciderà di lasciare l’azienda.
Particolare attenzione è stata riservata ai dipendenti con più di 45 anni, per i quali è previsto un percorso di outplacement. L’azienda metterà a disposizione agenzie specializzate in riqualificazione e orientamento, con l’obiettivo di accompagnare i lavoratori verso nuove opportunità occupazionali. Questa misura, ritenuta di particolare valore sociale, punta a garantire la continuità professionale di persone che potrebbero incontrare maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Per coloro che non aderiranno all’esodo, è stato previsto il ricorso ai contratti di solidarietà. Questi saranno modulati in base al numero effettivo di uscite volontarie e permetteranno di ridurre l’impatto complessivo degli esuberi, distribuendo in modo più equo il sacrificio lavorativo. Una soluzione che ha trovato consenso sia da parte delle organizzazioni sindacali sia tra i dipendenti, in quanto rappresenta un compromesso per mantenere il maggior numero possibile di posti di lavoro.
La posizione dei sindacati
Le sigle sindacali hanno espresso soddisfazione per l’accordo raggiunto, sottolineando come la trattativa non sia stata semplice ma abbia portato a risultati concreti per i lavoratori. La possibilità di garantire incentivi adeguati e misure di ricollocazione viene vista come un segnale di responsabilità, pur in un quadro di inevitabili sacrifici. Secondo i rappresentanti, il confronto con l’azienda ha permesso di evitare soluzioni più drastiche, salvaguardando al contempo la dignità dei dipendenti coinvolti.
Geox, dal canto suo, ha definito l’intesa un passaggio fondamentale per garantire la sostenibilità delle proprie attività. L’azienda ha ribadito che la crisi che ha colpito il settore delle calzature, accentuata dalla concorrenza internazionale e dall’instabilità economica globale, rende indispensabili interventi di razionalizzazione. L’accordo, hanno spiegato i vertici, rappresenta un punto di equilibrio tra la tutela delle persone e la necessità di preservare la competitività del gruppo.

Un territorio coinvolto
La vicenda non riguarda soltanto l’azienda e i lavoratori, ma ha un forte impatto anche sul territorio di Montebelluna e della provincia di Treviso, da sempre legati alla tradizione calzaturiera. La notizia degli esuberi ha destato preoccupazione nelle istituzioni locali, che guardano con attenzione alle conseguenze economiche e sociali. L’accordo raggiunto viene letto come un passo positivo, capace di contenere almeno in parte i timori di una crisi occupazionale diffusa.
Nonostante l’intesa firmata oggi, la sfida per Geox e per i suoi lavoratori resta aperta. La riorganizzazione avviata sarà un banco di prova per la capacità dell’azienda di adattarsi alle nuove dinamiche di mercato senza compromettere la propria identità. Per i dipendenti coinvolti, le misure concordate offrono un supporto concreto, ma rimane la consapevolezza di dover affrontare un futuro incerto. L’equilibrio raggiunto tra esodi volontari, contratti di solidarietà e percorsi di ricollocazione rappresenta dunque una soluzione intermedia, frutto di un dialogo che ha privilegiato la ricerca di un compromesso sostenibile.
