Festino 2020: a Sabrina non piace la Rosalia di Orlando

Figuccia contro il sindaco: 118 mila euro per un Festino che non c’è mi sembra davvero eccessivo…

Era solo questione di ore e la prima polemica sul Festino sarebbe venuta fuori. Inevitabile. La miccia la porta il dirigente del settore Cultura del Comune di Palermo, Domenico Verona, che correttamente, nel corso di un’audizione con i Consiglieri della Settima Commissione, spiega come è stata predisposta la spesa dell’edizione 2020 del Festino. E l’accende Sabrina Figuccia, il consigliere comunale che ha messo sul mirino l’intera operazione delle odierne celebrazioni per Santa Rosalia.

IL FESTINO NON C’E’, MA COSTA…

 “Non sarà sicuramente l’edizione più costosa della storia, ma spendere ben 118 mila per un Festino che non c’è appare francamente eccessivo”. L’ironia del prologo non nasconde un vero e proprio attacco frontale al sindaco Orlando, circostanziato, voce per voce.

CONTO SCANDALOSO

Continua, infatti, Figuccia: “71 mila euro vanno al Centro sperimentale di cinematografica per la realizzazione del film che sarà trasmesso stasera (chissà, magari sarà un capolavoro che l’Italia potrà candidare ai prossimi Oscar…), 19 mila euro alla ditta che ha installato le luminarie, 5 mila euro per l’unico fuoco d’artificio (forse è realizzato con polvere d’oro…) e 22 mila euro per le liturgie religiose (che la Chiesa costasse parecchio era risaputo, ma non così tanto…) per un totale appunto di 118 mila euro, somma che sarà cavata fuori dalla tassa di soggiorno, che per quest’anno farà incassare al Comune 190 mila euro. Verona snocciolava numeri come se fossero bruscolini, anche se all’inizio nicchiava dicendo che il Festino è a costo zero. Soltanto dopo mie insistenze, sono venute fuori queste cifre”.

NON ERA NECESSARIO

La stoccata finale: “Magari, qualcuno dell’Amministrazione comunale dal sindaco Orlando in giù, prima di decidere quanto spendere, avrebbe potuto riflettere un po’ e considerare che la devozione dei palermitani a Santa Rosalia è così profonda che non era certo necessario impiegare tanto denaro per il Festino, soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica”.