Etna, dopo quasi 28 anni fontane di lava dal cratere di Nord-Est: “Il vecchietto ce l’ha fatta”
Foto da Facebook INGVvulcani
Il miglioramento delle condizioni meteo sull’Etna permette di assistere a uno spettacolo che non si verificava da decenni. Come reso noto con costanti aggiornamenti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, alle 18:48 di ieri è iniziata una serie di forti esplosioni al cratere di Nord-Est, che hanno lanciato materiale piroclastico grossolano su tutto il cono e ben oltre la sua base. Poi sporadiche esplosioni stromboliane, alcune molto forti, sempre al cratere di Nord-Est, il più antico dei quattro attuali crateri sommitali dell’Etna che registra il suo primo parossismo dopo quasi 28 anni.
L’ultimo aggiornamento dall’INGV
Nell’ultimo aggiornamento, diramato ieri sera, l’INGV rendeva noto: “Si è intensificata l’attività alla ‘bocca’ ubicata sull’alto fianco del cratere Voragine, che in questo momento sta producendo una costante fontana alta alcune decine di metri. La colata lavica emessa da una bocca alla base orientale della Voragine è ancora alimentata e, secondo stime fatta analizzando immagini satellitari, ha percorso circa 1.8 chilometri in direzione est, verso la desertica Valle del Bove. L’ampiezza media del tremore vulcanico, dopo la rapida diminuzione segnalata nel comunicato precedente, si è stabilizzata, pur se su valori alti, fino alle ore 19:45 circa, quando si è verificato un nuovo repentino aumento durato sino alle 20:15 circa. Successivamente l’ampiezza si è riportata su valori comparabili a quelli precedenti”.
Etna, si sveglia il cratere di Nord-Est
“Alla fine ce l’ha fatta, questo vecchietto di cratere di Nord-Est, e ha fatto un po’ di fontane di lava, vere fontane di lava, quindi un parossismo, il suo primo dopo quasi 28 anni”. Così il vulcanologo dell’Ingv-Osservatorio etneo di Catania Boris Behncke ha commentato su Facebook.
“Per molti anni – ha proseguito – era quello che non faceva altro che brontolare un po’ in profondità, alcune volte faceva anche un’attività stromboliana un po’ più intensa sul fondo craterico, ma niente di più. Due volte sembrava volesse partire – il 18 maggio 2016 e il 12 settembre 2019 – ma poi è partita la Voragine e lui si è arreso. Mi piaceva dire ‘tanto ormai il Nord-Est non riesce più a fare parossismi’, giusto per stuzzicarlo. Nel frattempo il suo fratello minore, il Sud-Est, ha fatto più di 100 parossismi solo negli ultimi 15 anni, la Voragine si è pure data da fare alla grande, e persino la Bocca Nuova è riuscita a farne uno – purtroppo invisibile causa maltempo – il 10 novembre 2024”.
Cratere di Nord-Est, un po’ di storia
Il Nord-Est, ricorda Boris Behncke, è il più anziano dei quattro attuali crateri sommitali dell’Etna e per oltre 40 anni è stato il punto più alto del vulcano, prima di essere superato, nell’estate del 2021, dal cratere di Sud-Est. Nato nel 1911 alla base nord-orientale dell’allora cono centrale (quello che ospitava il Cratere Centrale), il Nord-Est ha fatto la sua prima attività eruttiva a giugno 1917 con una fontana di lava, poi un’altra l’anno successivo. Il 16 luglio del1977 comincia un’attività di fontane di lava con colate. Ne seguono altri ad agosto, novembre e dicembre e poi a gennaio e marzo 1978, una ventina in totale.
Così il cratere di Nord-Est introduce nel repertorio dell’Etna i “parossismi a raffica”, un tipo di attività considerato eccezionale dai vulcanologi di quei tempi, oramai diventata l’attività più tipica dell’Etna. Poco dopo l’ultimo parossismo della serie del 1977-1978, il cratere di Sud-Est si erge a protagonista e da allora ha prodotto centinaia e centinaia di parossismi. Il Nord-Est invece si calma un po’, fa tre parossismi a settembre 1980 e un quarto a febbraio 1981. Ancora una volta si risveglia a settembre 1986, prima con una decina di giorni di attività stromboliana, poi con uno dei più potenti parossismi del secolo scorso, il 24 settembre del 1986. Un ultimo isolato parossismo avviene al cratere di Nord-Est nella notte del 27-28 marzo del 1998.
