Allo Zen di Palermo sale la tensione, scia di rapine e scippi nelle ultime settimane. L’episodio più grave la rapina al bar Barbera in via Gino Zappa dove in cinque, armati di pistola, hanno costretto i dipendenti ad inginocchiarsi riuscendo a portare via i soldi dalla cassa, gratta e vinci e stecche di sigarette. Poi si sono dati alla fuga a bordo di più mezzi lasciati all’esterno del bar, dileguandosi tra i padiglioni. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato San Lorenzo e la scientifica che ha effettuato i rilievi del caso per cercare tracce utili alle indagini. La polizia ha anche acquisito le immagini di videosorveglianza della zona dello stesso bar per cercare di trovare elementi utili che possano aiutare a rintracciare i malviventi.
Non è stata, però, l’unica rapina nel quartiere della periferia nord di Palermo: pochi giorni prima, infatti, il titolare di un noto bar della zona sarebbe stato seguito fino a casa e minacciato con un’arma davanti al portone della propria abitazione e costretto a consegnare l’incasso. Anche in questo caso il bottino è stato di migliaia di euro. Infine poche settimane fa è stata rubata della merce dal magazzino di una polleria in un’incursione notturna.
Il pizzo arriva anche al mercatino rionale
Non solo furti e rapine, ma anche estorsioni con Cosa Nostra che ha bussato anche alla porta del mercatino rionale del mercoledì in via Gino Zappa. Nessuno escluso: il pizzo viene chiesto sia ai commercianti con regolare stallo sia agli ambulanti. La cifra varia secondo gli incassi, ma la regola è uguale per tutti: bisogna pagare per non avere ritorsioni.
Il tutto a poche settimane dalle intimidazioni ad alcuni locali di Sferracavallo dove ignoti hanno lasciato davanti alle saracinesche delle bottiglie riempite con benzina. Nella stessa notte, a Isola delle Femmine erano state date alle fiamme alcune imbarcazioni di una società di rimessaggio. Tutti episodi, che come dichiarato dal Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia in occasione del maxi blitz contro i mandamenti Noce e Brancaccio, confermano che “Cosa Nostra è tutt’altro che sconfitta”.
