Doccia gelata sui 200 dipendenti della Rinascente: la chiusura è ufficiale

Luisa La Colla, ex dipendente in passato consigliere comunale: “La sensazione è che i motivi della dipartita da Palermo dello storico marchio vadano oltre i meri problemi legati al canone d’affitto ritenuto alto”

Tantò tuonò che alla fine piovve, e fu così che i 200 lavoratori della Rinascente a Palermo, causa chiusura del grande magazzino ubicato in via Roma, videro definitivamente mortificate le loro speranze di conservare il posto di lavoro. Volendo fare un pò di cronistoria, l’amara decisione è giunta al culmine del mancato accordo tra Rinascente e Fabrica immobiliare (la società che gestisce l’edificio di proprietà dell’ente previdenziale Inarcassa) sulla rimodulazione di un canone d’affitto ritenuto, dall’azienda della Central Group, fin troppo alto in relazione ai mutati scenari economici. 

SI GIOCA LA CARTA VERTENZA

Raggiunta da Palermo Live, a nome degli ormai ex impiegati della Rinascente parla Luisa La Colla, dipendente con un passato da consigliere comunale. “Fabrica e Rinascente hanno fatto una trattativa che non è andata in porto, da qui la comunicazione della chiusura. Di conseguenza è stato disdetto l’incontro che avrebbe dovuto tenersi al Ministero.” 200 lavoratori con famiglie al seguito che di punto in bianco si trovano senza lavoro, disorientate sul da farsi ma decise, tramite i sindacati che le appoggiano a fare vertenza. “A questo punto pensiamo di prendere un avvocato che possa perorare la nostra causa. Tutti i dipendenti hanno d’altronde ben chiaro che non è possibile andarsene in questa maniera anche perchè, quando un matrimonio finisce la colpa è di entrambi, ragion per cui nessuno di noi crede minimamente nella bontà di Rinascente. E’ chiaro che dietro qualcosa ci deve essere”. 

L’elegante grande magazzino della Rinascente di via Roma sarà presto un ricordo. Al suo posto il vuoto, che è soprattutto quello che resta nell’animo dei 200 lavoratori appiedati.

LA DESERTIFICAZIONE DI VIA ROMA ADESSO E’ COMPLETA

Palermo saluta dunque il marchio dei marchi, a livello nazionale, del settore dell’abbigliamento. Un brutto colpo per la città, testimoniato dall’impegno non indifferente dello stesso sindaco Leoluca Orlando affinchè la chiusura della Rinascente potesse essere in qualche modo sventata. “Ricordiamo che si trattava di una trattativa privata, in cui gli attori principali erano Fabrica e Rinascente. Da parte del Comune è stato fatto il possibile, con Orlando che, nel corso dell’ultima riunione ha espresso in maniera molto forte e accorata la volontà di far restare la Rinascente a Palermo.” Luisa La Colla è un fiume in piena, soprattutto quando si torna a toccare il tasto più dolente di tutta la vicenda, ovvero quello dei 200 lavoratori “che in questo momento vanno in mezzo alla strada – commenta amara-. Per Palermo non è cosa da poco perchè si tratta di ben 200 famiglie messe nelle condizioni di dovere riiniziare tutto daccapo in una fase storico economica profondamente segnata dalla crisi”. Che da parte dell’azienda fondata a Milano sia veritiera la difficoltà di mantenere il sito di Palermo, o che si tratti piuttosto di un poco chiaro disimpegno, fatto sta che La Rinascente di via Roma tutto era meno che un negozio in crisi. “Oltre ad avere convenzioni con la Costa Crociere, che tradotto vuol dire essere visitati puntualmente da un grande numero di crocieristi, eravamo un punto di riferimento importante sia per i cittadini che per i turisti. Adesso, per la già asfittica realtà di via Roma la chiusura di un marchio tanto importante si tradurrà in una ulteriore desertificazione. Insomma,  per una città come la nostra, con legittime velleità di respiro europeo un vero affronto”. 

PRESI IN GIRO DIETRO UN BRINDISI

A questo punto, il dubbio che dietro il mancato accordo tra le parti in causa sulla quota d’affitto ci sia qualcos’altro si fa forte.“A questa storia non ci crediamo più, o forse sarebbe meglio dire che non ci abbiamo mai creduto. Oggi come oggi, sentire dire dalla viva voce di Giovanni Benucci  (l’amministratore delegato di Fabrica ndr) che la Rinascente non è gradita induce a pensare che la stessa sia stata tutto meno che trasparente nei confronti dei suoi lavoratori”. Una bomba deflagrata negli ultimi tempi ma il cui innesco risale a qualche anno fa. “Ho nitido nella memoria, così come i miei colleghi ciò che avvenne due anni fa, allorchè ci fecero brindare in virtù di una ricontrattazione del contratto d’affitto, risultata a conti fatti del tutto falsa. Un giocare sporco e senza scrupolo alcuno sulla pelle delle persone che, intanto, in buona fede, avevano acceso mutui o ristrutturato casa come nel mio caso; c’è chi ha comprato la macchina e chi si è sposato. Tutti soldi investiti che nessuno ci tornerà indietro perchè gli sgravi vengono ovviamente calcolati sulle tasse versate”. Insomma, una sconfitta a trecentossentagradi, difficile da digerire perchè figlia di una vicenda quantomeno inspiegabile. “A tal proposito – sospira Luisa La Colla –  tengo a ribadire quanto piacevole sia stato in questi anni vivere l’atmosfera familiare e di grande complicità instauratasi tra noi colleghi”. Una sorta di marchio distintivo della Rinascente quest’ultimo, proprio di un’azienda che, se a Catania festeggia i 61 anni di vita a Palermo chiude le saracinesche dopo meno di un decennio. L’ennesima sconfitta di una città incapace di spiccare il volo. 

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