DIVIETO DI BALNEAZIONE – Altro che oasi di villeggiatura: è la fogna dei palermitani | Peggio c’è solo il Gange

Mare inquinato - fonte pexels - palermolive.it

Goletta Verde a Messina, la Sicilia sotto esame ecco i dati del monitoraggio, queste le aree fortemente inquinate

Il viaggio di Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente, prosegue con l’obiettivo di monitorare lo stato di salute dei mari e delle coste italiane. Questa volta l’approdo è avvenuto a Messina, dove sono stati presentati i dati aggiornati sul controllo delle acque siciliane. I risultati, ancora una volta, evidenziano criticità che richiedono attenzione e interventi concreti da parte delle istituzioni.

Sono stati campionati 25 punti lungo le coste siciliane. Di questi, 20 sono stati individuati presso le spiagge e 5 in corrispondenza delle foci dei torrenti, considerate aree particolarmente sensibili e a rischio. L’analisi ha restituito un quadro solo in parte rassicurante: 15 punti rientrano nei limiti di legge, mentre 10 risultano inquinati o fortemente inquinati.

Cinque punti sono stati classificati come inquinati, tra cui la foce del torrente Nocella nella Baia di San Cataldo, tra Trappeto e Terrasini. Una zona molto frequentata, che conferma le difficoltà di alcune aree a mantenere standard di balneazione adeguati. La presenza di scarichi non depurati e la mancata manutenzione delle reti fognarie restano tra le principali cause di queste criticità.

Più allarmante è la situazione dei cinque punti risultati fortemente inquinati. Tra questi spiccano la foce del torrente Clachea a Carini e la spiaggia La Praiola, sul lungomare Impastato a Terrasini. Qui i valori riscontrati superano nettamente i limiti consentiti, rappresentando un serio pericolo non solo per l’ecosistema marino, ma anche per la salute di chi frequenta queste aree balneari.

Le parole di Legambiente

“La Sicilia deve ancora lavorare molto sull’efficientamento del sistema di depurazione – dichiara Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde –. I 7 punti campionati a mare che sono risultati fuori dai limiti di legge sono un campanello d’allarme di una situazione critica non solo nelle foci dei fiumi. Ci auguriamo che le istituzioni sentano l’urgenza di intervenire e investigare sulle cause di questi problemi”. Un appello chiaro, che sottolinea la necessità di accelerare gli investimenti nella depurazione delle acque.

La Sicilia, nonostante il suo immenso patrimonio naturale e paesaggistico, continua a scontare ritardi strutturali nella gestione dei sistemi di depurazione. Molti comuni non dispongono ancora di impianti efficienti, mentre in altri casi le strutture esistenti risultano obsolete o mal gestite. Questa situazione comporta sversamenti diretti a mare, con gravi conseguenze per l’ambiente e per la reputazione turistica dell’isola.

Mare di Terrasini – fonte pexels – palermolive.it

L’impatto sulla salute e sul turismo

Un mare inquinato non è solo un danno ambientale: rappresenta anche una minaccia diretta alla salute dei cittadini e dei turisti. Le acque contaminate possono provocare infezioni cutanee, problemi gastrointestinali e compromettere l’intero ecosistema marino. Inoltre, per un territorio che vive in gran parte di turismo balneare, i dati diffusi da Goletta Verde costituiscono un segnale che rischia di incidere negativamente sull’economia locale.

I dati presentati a Messina non devono essere interpretati solo come una denuncia, ma come un invito ad agire. Il futuro delle coste siciliane passa da una gestione più efficiente dei sistemi di depurazione, da controlli più serrati e da una collaborazione tra istituzioni, cittadini e associazioni ambientaliste. Solo con un impegno condiviso sarà possibile restituire al mare della Sicilia la qualità che merita e garantire al contempo la salute pubblica e la tutela di un patrimonio naturale unico.