DISASTRO Ryanair: passeggeri col veleno negli occhi, la compagnia dovrà risarcire tutti | 500€ di accredito diretto a chi è nella lista

aereo (pexels) - palermolive

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Ancora una volta i ritardi aerei diventano una questione legale, e questa volta a pagarne le conseguenze sarà Ryanair.

Volare ormai non è più sinonimo di comodità. Tra controlli serrati, costi nascosti e imprevisti dell’ultimo minuto, i passeggeri si ritrovano sempre più spesso a vivere un’esperienza stressante ancora prima di decollare. Ma quando a questo si aggiunge anche un ritardo di ore, la pazienza finisce e inizia la battaglia legale.

Negli ultimi anni sono cresciute esponenzialmente le denunce dei passeggeri contro le compagnie aeree, accusate di non rispettare i diritti previsti dalla normativa europea. Non si tratta soltanto di coincidenze perse o di vacanze rovinate, ma di veri e propri danni economici e morali che i viaggiatori non sono più disposti a sopportare in silenzio.

E così, quella che sembrava una storia di ordinario disagio da aeroporto, si è trasformata in un precedente che farà discutere. Perché il Giudice di Pace ha stabilito un principio chiaro: i diritti dei passeggeri non sono negoziabili e le compagnie aeree dovranno rispettarli.

Il caso Ryanair finito in tribunale

Tutto nasce dal volo Ryanair FR169, in partenza il 14 giugno 2023 dall’aeroporto di Trieste con destinazione Londra Stansted. L’orario previsto era le 16:50, ma l’aereo è decollato soltanto a mezzanotte, atterrando oltre le 01:30 del giorno successivo. Un ritardo di oltre sette ore, che ha costretto i passeggeri a una giornata infinita in aeroporto.

Due di loro hanno deciso di non lasciar cadere la vicenda nel silenzio, rivolgendosi a Rimborso Italia, una claim company specializzata nella tutela dei consumatori contro le compagnie aeree. Da lì la causa, l’udienza e la sentenza.

aereo (pexels) - palermolive-2
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La sentenza: risarcimento da 500 euro

Il Giudice di Pace di Trieste ha accolto il ricorso dei due passeggeri, condannando Ryanair al pagamento della compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento (CE) n. 261/2004: un totale di 500 euro, cioè 250 euro ciascuno.

La compagnia irlandese aveva provato a difendersi sostenendo che il diritto al risarcimento scatterebbe soltanto in caso di effettivo imbarco. Ma il Giudice, richiamandosi anche alla recente ordinanza n. 6646/2024 della Corte di Cassazione, ha stabilito che il diritto all’indennizzo esiste sempre in caso di ritardo superiore a tre ore, a condizione che i passeggeri si siano regolarmente presentati in aeroporto.