Detersivi, allarme LILIAL: è proibito dal 2022 ma continuano a usarlo | Fa ammalare in pochissimo tempo
Detersivi - fonte pexels - palermolive.it
Lilial nei detersivi, un pericolo silenzioso da non sottovalutare: una sostanza tossica che preoccupa i consumatori
Negli ultimi mesi il caso lilial ha sollevato un forte allarme tra i consumatori e le autorità sanitarie. Se inizialmente l’attenzione era rivolta soprattutto ai cosmetici e ai prodotti per la cura della persona, oggi l’allerta si estende anche al settore dei detersivi e degli ammorbidenti per il bucato. Migliaia di articoli sono già stati sequestrati dalle forze dell’ordine, ma il rischio di imbattersi in confezioni ancora presenti sugli scaffali non è affatto remoto.
Il lilial, conosciuto anche con la denominazione chimica Butylphenyl Methylpropional, è una sostanza utilizzata per decenni come agente profumante. La sua capacità di conferire una fragranza floreale delicata lo ha reso un ingrediente molto diffuso nella formulazione di creme, shampoo, deodoranti, ma anche detersivi e ammorbidenti. Tuttavia, la scoperta della sua natura genotossica, confermata da studi scientifici e dalle autorità europee, ha portato nel 2022 al divieto del suo impiego nei prodotti destinati al consumo.
Il vero problema è che, nonostante il divieto, sul mercato circolano ancora prodotti realizzati prima dell’entrata in vigore della normativa. Ciò significa che un consumatore distratto o inconsapevole potrebbe acquistare inconsapevolmente detergenti contenenti lilial. In teoria non dovrebbero più essere commercializzati, ma la realtà racconta di sequestri frequenti che dimostrano come la sostanza non sia stata ancora completamente eliminata dalla filiera distributiva.
Il lilial non è soltanto un ingrediente sospetto: le sue conseguenze sulla salute sono state definite gravi. La sostanza è in grado di danneggiare i tessuti dell’apparato riproduttivo maschile, alterare gli equilibri ormonali e incidere sul ciclo mestruale. Non meno preoccupante è il rischio di trasmissione al feto durante la gravidanza e al neonato attraverso il latte materno. Gli esperti hanno inoltre sottolineato la possibilità di correlazioni con diverse forme tumorali e la capacità di provocare forti reazioni allergiche cutanee.
L’importanza di leggere le etichette
La difesa più efficace resta nelle mani del consumatore, che deve sviluppare l’abitudine di leggere attentamente le etichette. In alcuni casi la sostanza è riportata chiaramente con la dicitura “Lilial” o “Butylphenyl Methylpropional”. In altri, invece, la voce generica “Profumo” o “Fragranza” potrebbe nascondere la sua presenza. Le normative europee sugli allergeni impongono l’obbligo di segnalarne l’utilizzo oltre determinate concentrazioni, ma ciò non toglie che residui, seppur ridotti, possano comunque rappresentare un fattore di rischio per le persone più sensibili.
Secondo la regolamentazione vigente, il lilial deve essere indicato in etichetta se supera lo 0,001% nei cosmetici che restano a contatto con la pelle, come creme e lozioni, e lo 0,01% nei prodotti da risciacquare, tra cui shampoo e detersivi. Al di sotto di queste soglie, i prodotti vengono considerati sicuri. Tuttavia, resta l’incertezza legata alla prolungata esposizione e alla possibilità di accumulo, che può rendere rischiosa anche l’assunzione di quantità minime.

Come orientarsi negli acquisti
Per ridurre l’esposizione al lilial, i consumatori possono scegliere articoli che riportino la dicitura “senza allergeni” oppure optare per prodotti biodegradabili e privi di profumazioni sintetiche. Si tratta di soluzioni che non solo tutelano la salute, ma riducono anche l’impatto ambientale. Orientarsi verso detergenti naturali e trasparenti nella composizione rappresenta dunque un passo consapevole verso uno stile di vita più sicuro e sostenibile.
Il caso lilial dimostra come la tutela della salute non possa essere affidata solo ai divieti normativi. È necessaria una vigilanza costante delle autorità, un controllo rigoroso da parte dei produttori e una maggiore consapevolezza dei consumatori. Solo attraverso questo equilibrio sarà possibile eliminare definitivamente il rischio e garantire che prodotti per la cura della persona e per la pulizia della casa siano realmente sicuri. In fondo, proteggere la salute significa anche rafforzare la fiducia nei marchi e nelle istituzioni.
