Sul Dpcm piovono critiche: dall’Anci per il «coprifuoco comunale», e dalle opposizioni

Il presidente dell’Anci Sicilia critica il nuovo Dpcm perché scarica sui Comuni la decisione di chiudere i centri urbani a partire dalle 21. Le opposizioni accusano il governo di ignorarle

La conferenza stampa del premier Conte che ha annunciato le nuove misure inserite neli’ultimo Dpcm per  fronteggiare l’epidemia coronavirus, ha ovviamente  soddisfatto i partiti della maggioranza e suscitato le critiche del centrodestra. Comunquei giudizi negativi non provengono solo dall’opposizione, ma anche da chi è stato  sempre solidale con il Governo, come l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

LE PERPLESSITÀ DELL’ANCI

Antonio Decaro, presidente nazionale dell’Anci, ha ribadito con forza le stesse perplessità già avanzate a caldo dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore ─ ha detto ─, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo». Poi Decaro ha chiesto:   «Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili ─ ha infine aggiunto ─ le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso».

LE OPPOSIZIONI: «NON ACCETTANO LA NOSTRA COLLABORAZIONE»

Il leader della Lega Matteo Salvini, poco dopo la telefonata ricevuta dal presidente Conte poco prima della conferenza stampa,  ha detto: «Dopo mesi che facciamo proposte su lavoro, scuola, cassa integrazione e sanità, inascoltati, una telefonata di 60 secondi stasera alle 21.31 prima di andare in diretta tv. Non è questo il mio concetto di collaborazione». Anche  Giorgia Meloni, dopo la telefonata di Conte ha detto la sua: «Dopo mesi persi a occuparsi di amenità come i banchi a rotelle e i monopattini, ora il governo arranca nell’affrontare la seconda ondata. All’incompetenza si aggiunge la spocchia di voler fare da solo, rifiutando ogni collaborazione. Le telefonate a tre minuti dalle conferenze stampa non significano collaborare».

RONZULLI DI FORZA ITALIA

Con una una nota anche la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli ha espresso le sue critiche e perplessità sull’operato del governo: «L’ennesimo Dpcm dimostra che anche rispetto a questa annunciata seconda ondata il governo è arrivato in ritardo. Se a marzo l’impreparazione era comprensibile, oggi non è così e le nuove misure rivelano che si procede ancora a tentoni e con un nuovo scaricabarile sui sindaci. Le nuove restrizioni arrecheranno ulteriori danni a un’economia già in crisi profonda dal lockdown e sulla quale il governo si dimostra incapace di incidere. Eppure, in questi mesi sono state stanziate risorse importanti per rispondere all’emergenza, sia sanitaria che economica, ma è grave che questi soldi siano rimasti per lo più sulla carta, che non siano stati immediatamente impiegati per prevenire e prepararsi adeguatamente a questa prevedibile impennata dei contagi».