Covid-19: già avviati i test del vaccino sugli esseri umani

Sono decine i volontari che si sono proposti come cavie al fine di testare il vaccino che potrebbe sconfiggere il coronavirus

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La ricerca di un vaccino capace di sconfiggere il covid-19 è in perenne evoluzione. Negli ultimi giorni, a quanto pare, è partita la fase che porterà alla sperimentazione non solo sugli animali ma anche sugli esseri umani. Tutto per testare l’efficacia del siero sul corpo umano colpito dal virus.

IAN HAYDEN, CAVIA VOLONTARIA

Un’intervista rilasciata al magazine statunitense MIT Technology Review ha svelato il nome e il pensiero di uno dei tanti volontari, disposti a mettere a disposizione il proprio corpo per il test del vaccino. Il suo nome è Ian Hayden, 29 anni e specialista in comunicazione scientifica presso la Washington University.

Il ragazzo ha spiegato le motivazioni per le quali ha deciso di farsi avanti: “Ho sentito parlare dello studio da un collega che mi ha riferito del reclutamento e ho inviato le mie informazioni sanitarie. Non mi aspettavo di avere notizie, perché avevano migliaia di domande, ma alla fine hanno scelto me. Sono stato visitato e sottoposto ad analisi, e mi hanno spiegato lo studio. Mi ritengo fortunato a poter fare il volontario per combattere il coronavirus“.

IL PROCESSO DI SPERIMENTAZIONE DEL VACCINO

Il giovane americano ha spiegato anche come avverrà il processo di analisi di efficienza del vaccino. Nella giornata di mercoledì 8 aprile, ha ricevuto una prima dose del siero e ne riceverà una seconda tra un mese. Prima di iniziare la procedura, ha dovuto firmare alcuni documenti in cui erano spiegati i possibili rischi a cui si va incontro.

Ian Hayden, come gli altri volontari, è consapevole dei rischi a cui potrebbe andare incontro. Ne parla lui stesso durante l’intervista rilasciata al MIT Technology Review: “Il primo è lo shock anafilattico. Un altro piccolo rischio, e non è chiaro se sia rilevante per covid-19, è chiamato antibody-dependent enhancement (il vaccino peggiora il decorso clinico della malattia). È una cosa che stanno valutando. Il terzo livello di rischio è l’imprevisto. Questo esiste per qualsiasi vaccino, in particolare per quelli basati su nuove tecnologie“.