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Se investi in questo metallo prezioso ti metti a posto per sempre, vale oltre 3.700 dollari l’oncia: nuovo record sui mercati internazionali
Negli ultimi giorni l’oro ha registrato un nuovo record, superando quota 3.700 dollari l’oncia nello scambio a pronti. In particolare, il 22 settembre 2025 il metallo prezioso ha chiuso a 3.738 dollari l’oncia, segnando un incremento dello 0,41% in poche ore. Questi dati evidenziano la crescente domanda per un bene rifugio considerato sicuro in tempi di incertezza economica.
Non si tratta solo di un dato tecnico. In un contesto caratterizzato da tassi in oscillazione, inflazione persistente e mercati instabili, l’oro continua a essere il punto di riferimento per gli investitori alla ricerca di stabilità. La sua funzione di protezione del patrimonio è stata confermata anche da Morgan Stanley, che ha suggerito di rivedere le tradizionali strategie di portafoglio
Fino a poco tempo fa, il modello di portafoglio più utilizzato prevedeva il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni, ritenuto capace di bilanciare crescita e stabilità. Tuttavia, con l’erosione dei rendimenti dei bond causata dall’inflazione e la limitata crescita azionaria, questo schema risulta oggi meno efficace. Morgan Stanley propone quindi un nuovo approccio, includendo l’oro come componente strutturale.
La banca d’affari suggerisce un portafoglio composto dal 60% in azioni, 20% in obbligazioni e 20% in oro. In questo modo il metallo prezioso non è più solo un’aggiunta occasionale, ma diventa un asset strategico capace di rafforzarsi nei momenti di stress sistemico. L’oro viene così considerato un elemento anti-fragile, in grado di proteggere il capitale nei periodi di volatilità.
Inflazione e geopolitica
Tra le principali ragioni che rendono l’oro particolarmente interessante vi è l’inflazione, che continua a erodere il potere d’acquisto nonostante gli interventi delle banche centrali. Inoltre, l’instabilità geopolitica, le tensioni commerciali e i conflitti internazionali spingono molti investitori a cercare rifugi sicuri, confermando l’oro come asset protettivo in scenari turbolenti.
Un ulteriore fattore che sostiene il metallo prezioso è l’ampia disponibilità di liquidità nel sistema finanziario. I tassi bassi e la massa monetaria in circolazione possono generare bolle speculative, rendendo prudente detenere beni concreti come l’oro, capaci di mantenere valore anche in contesti di forte instabilità.

Domanda delle banche centrali
Negli ultimi anni le banche centrali, soprattutto di Paesi emergenti, hanno aumentato gli acquisti di oro per diversificare le riserve e ridurre la dipendenza dal dollaro. Questa crescente domanda istituzionale contribuisce a sostenere e consolidare il valore del metallo, offrendo ulteriore stabilità agli investitori privati che scelgono di inserirlo nei loro portafogli.
Esistono diverse modalità per investire in oro. I lingotti e le monete rappresentano la forma tradizionale, mentre gli ETF replicano il prezzo del metallo senza problemi di custodia. I futures e le opzioni permettono speculazioni più sofisticate, mentre le azioni di società aurifere offrono rischi e potenziali rendimenti più elevati. La scelta dell’investimento dipende dal profilo dell’investitore, ma l’inclusione dell’oro resta strategica per proteggere il patrimonio nel medio-lungo periodo.
