Il compleanno di Ismaele che prese la politica per i fondelli. “E su Orlando vi dico che…”

Con Matteo Salvini non si è più parlato, con Giorgia Meloni ha fatto pace al bar. “Non farei mai l’assessore di questa Giunta”.

Giusto 3 anni fa chiudeva la sua campagna elettorale, una campagna elettorale che resterà nella storia della Repubblica Italiana. Nel 2017 Ismaele La Vardera festeggiava i suoi 24 anni portandosi sulle spalle le speranze e le aspettative di una coalizione che allora rappresentava la minoranza del Paese e certamente un’anomalia per la Sicilia e per Palermo. Mettere insieme Giorgia Meloni e Matteo Salvini e candidarsi a sindaco di Palermo sembrava quasi uno scherzo più che un attacco che lui, Iena per mestiere e vocazione, portava al cuore del sistema politico cittadino. Un Tapiro, per restare in campo televisivo, per Orlando e il cuffarismo strisciante presente in ogni lista, verso quella politica che sembrava promettere l’ennesima rivoluzione e che invece si accontentava dell’usato sicuro, di destra come di sinistra.

VINSE E PERSE

La Vardera perse. Anzi vinse, perché da quella campagna elettorale scaturì un film che ha raccontato gli spogliatoi delle elezioni, fra presunti segreti inconfessabili e prese per i fondelli. Un film che ha creato anche un caso giudiziario per la candidatura che i suoi detrattori non persero un minuto a definire finta, ma solo a giochi ormai fatti. Ismaele vinse in tribunale e quella rappresentazione di Palermo che in fondo non sorprese più di tanto resta l’unica testimonianza originale di quella tornata elettorale.

Oggi a distanza di 3 anni ci racconta la sua visione di Palermo. E su Orlando, sindaco imperituro, autentico highlander di Palazzo delle Aquile, ci dice che…