Cimiteri, soluzione emergenza lontana: le mosse di Orlando

Cinque anni dopo quel video del cittadino Marchese, a Palermo si parla ancora e di nuovo di emergenza sepolture, con 500 bare in attesa di tumulazione, nel cimitero dei Rotoli

Altro che “emergenza” sepolture. Lui lo aveva denunciato già 5 anni fa, in un cartello sul ponte di via Pitrè, sul viale della Regione siciliana. “A Palermo è vietato morire”. “Lui” è il “Cittadino Marchese F.P.”, l’uomo che ha disseminato la città di tabelle con le date di completamento delle opere pubbliche, dai cavalcavia sulla circonvallazione alle linee del tram. Molti conoscono le sue “installazioni”, pochi il suo volto, nonostante i video pubblicati su youtube. Quel cartello era una “protesta contro l’amministrazione comunale” (che era guidata dallo stesso sindaco di oggi) per la mancata realizzazione di nuovi cimiteri.

I lunghi tempi di “parcheggio” delle bare nei depositi dei cimiteri erano un problema già allora. E Marchese lo denunciava nel suo modo spontaneo e ingenuo, in quel video autoprodotto: “Quando c’è un funerale, entri nel cimitero e la salma sta a deposito 6, 8 mesi, un anno, fino a quando si trova posto”.
Cinque anni dopo quel video, a Palermo si parla ancora e di nuovo di emergenza sepolture, con 500 bare in attesa di tumulazione, nel cimitero dei Rotoli. Un’offesa intollerabile alla memoria di chi non c’è più e alla sofferenza dei loro cari, che non hanno una tomba dove piangerli e onorarli.

Oggi, dopo le tragiche immagini delle bare che galleggiavano, in occasione del nubifragio del 15 luglio scorso, il numero delle salme in attesa di tumulazione è sostanzialmente invariato. Per il sindaco Orlando, però, è già un importante risultato aver evitato che proseguisse la crescita costante di quel numero. “Da inizio dell’anno, abbiamo seppellito 1.500 salme”. Quello che dovrebbe essere normale, fisiologico, in una città di 700.000 abitanti, dove si nasce e si muore, propagandato come un successo straordinario. Ancora una volta.

“Ci ho messo la faccia”, ha detto in aula, il sindaco, nella discussione della mozione di sfiducia contro di lui, votata e respinta ieri. Orlando ha deciso di farsi carico personalmente della soluzione della “emergenza”, dopo le dimissioni, all’indomani di quelle scene immonde delle bare galleggianti, dell’assessore al Bilancio e Patrimonio, Roberto D’Agostino, che aveva pure la delega, appunto, ai cimiteri.
“Tre denunce all’autorità giudiziaria e cinque ordinanze” per fronteggiare la situazione al cimitero dei Rotoli, dove è sempre fuori servizio il forno crematorio. Intanto, “ho cambiato il direttore e il personale dei cimiteri“, ha detto ieri Orlando. Il sindaco ha pure annunciato di aver ordinato un forno crematorio mobile e 170 loculi prefabbricati che dovrebbero arrivare entro il 15 ottobre, tra un mese. Saranno sistemati in un’area vicina al forno crematorio. Per altri 700 loculi prefabbricati dovrà essere bandita una gara, ma il sindaco non ha indicato i tempi. Orlando ha pure sollecitato al consiglio comunale, nel gioco di rimpalli di responsabilità con Sala delle lapidi sui ritardi dell’azione del comune acui abbiamo assistito ieri, l’approvazione della delibera per ridurre fino a 25 anni i termini per la traslazione delle salme e recuperare gli spazi per nuove sepolture.

Torna in auge, infine, il progetto di un nuovo cimitero a Ciaculli, di cui si parla da anni. Era il 2018 quando il Comune, rimodulando un elenco di progetti presentati nel 2009 da finanziare dal Cipe con fondi Fas, inserì la realizzazione del primo lotto del nuovo camposanto. L’inizio dei lavori era previsto per l’inizio del 2020.
Il primo lotto prevede la realizzazione di 3.300 sepolture, circa, mentre il progetto complessivo ne conta 13.218, tra cappelle gentilizie, loculi e ossari, oltre a un nuovo forno crematorio. Ieri il sindaco ha annunciato la disponibilità di 15 milioni per il primo stralcio. Ma è lo stesso annuncio fatto il 31 gennaio scorso, quasi 8 mesi fa. Il comune intende reperire le somme per finanziare l’intera opera, 70 milioni, con le risorse del Recovery fund. Insomma, c’è tempo. Nel frattempo, la denuncia del cittadino Marchese, di cinque anni fa, resta ancora drammaticamente valida.

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