È bufera per l’Inps e per il suo presidente, che tacciono dopo l’ok del Garante

Sì dell’authority alla pubblicazione dei nomi dei parlamentari che hanno preso il sussidio. Nell’occhio del ciclone l’Istituto da cui è trapelata la notizia ed il suo presidente, vicino ai grillini

Tiene banco il caso dei «furbetti» del bonus, quei parlamentari ancora sotto anonimato che hanno percepito i 600 euro destinati ad autonomi e partite Iva. La caccia continua, anche perché l’Inps e il suo presidente tacciono, nonostante l’autorità garante della privacy abbia fatto sapere che non ci sono vincoli di riservatezza alla pubblicazione dei nomi dei parlamentari che hanno preso il sussidio.  Perché “la privacy non è di ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato”. E sicuramente non è di certo questo il caso dei parlamentari incriminati, in quanto di sicuro hanno tutti un reddito superiore ai centomila euro.

PERCHÈ L’INPS NON RIVELA I NOMI?

E quindi desta sospetto il comportamento dell’Iistituto previdenziale. Perché a quanto pare già a maggio l’Inps aveva rilevato la presenza di personalità politicamente esposte tra i percettori del bonus. E quindi viene da chiedersi come mai la notizia sia uscita solo adesso, in piena settimana di Ferragosto, cioè nella condizione mediatica per fare maggior rumore e per lanciare la volata finale della campagna referendaria grillina del 20 settembre.

TANTE DOMANDE PER L’INPS, TRIDICO, E IL M5S

Sarebbe da appurare inoltre chi ha passato la notizia ai media. O chi e perché l’ha tenuta nel cassetto per mesi. Per preparare forse l’offensiva mediatica al momento «giusto», in vista del referendum di settembre? E, ancora, c’è da chiedersi perché sia partita questa ricerca di personalità politiche tra i beneficiari del bonus. Di certo quei nomi non sono venuti fuori per caso, tra milioni di domande e di risposte. In queste ricerche occorre cercare, impostare una ricerca mirata, dedicare tempo ed energie a un’analisi così focalizzata e politicamente orientata. Non avviene di certo per caso. E inoltre, come si può spiegare, che nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia, gli esponenti del Movimento 5 Stelle già indicassero i partiti di appartenenza dei parlamentari in questione? Evidentemente qualcuno ha fornito informazioni di prima mano.

IL PRESIDENTE TRIDICO

Per spiegare questa situazione, forse basta fare un accenno al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, politicamente collocato nell’area grillina. È il papà del reddito di cittadinanza, cioè del provvedimento bandiera dei pentastellati. E la sua elezione alla presidenza dell’Inps è stata fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e da Di Maio. E In riferimento a quanto sta accadendo adesso, pare che l’input per fare questa indagine sui percettori del bonus partita Iva sia partito proprio da Pasquale Tridico. Quindi, a questo punto viene fuori un  dubbio, legittimo, inquietante, e grande quanto una casa: anche l’Inps che custodisce i nostri soldi fa parte della maggioranza?

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