Bonifici tra parenti, per Natale scatta l’obbligo: dovrai andare dal notaio per fare un regalo | Raffica di controlli delle Entrate

Donazioni in denaro - fonte pexels - palermolive.it

Donazioni in denaro, quando il bonifico non basta: ecco cosa dice la normativa che disciplina la donazione

Molti genitori scelgono di trasferire ai propri figli somme di denaro tramite bonifico, convinti che l’atto sia sufficiente per formalizzare la donazione. Tuttavia, la legge italiana stabilisce regole precise: per donazioni di entità significativa, come 10.000 euro, è necessario un atto pubblico redatto da un notaio. Senza questa forma, la donazione non è valida giuridicamente, con rischi concreti per donante e beneficiario.

L’articolo 782 del Codice Civile stabilisce che la donazione deve avvenire per atto pubblico alla presenza di due testimoni, pena la nullità. Il legislatore vuole garantire che chi dona comprenda pienamente l’impatto della propria scelta, evitando che trasferimenti significativi di denaro avvengano in modo superficiale. Il notaio funge da garante della trasparenza e della consapevolezza del gesto, assicurando che l’atto sia valido e opponibile.

Non tutte le somme richiedono l’intervento notarile. La legge prevede una deroga per le donazioni di modico valore, ossia quelle di entità ridotta rispetto al patrimonio del donante. In questi casi, un semplice bonifico o una consegna diretta possono essere sufficienti. Tuttavia, la definizione di “modico valore” è relativa: una cifra che può essere trascurabile per una persona benestante può risultare significativa per chi dispone di risorse più limitate. Somme come 10.000 euro generalmente non rientrano in questa categoria.

Effettuare un bonifico consistente senza atto notarile espone a diversi rischi legali. In caso di contestazioni, la donazione può essere dichiarata nulla, con conseguenze importanti: gli eredi o i creditori potrebbero richiedere la restituzione della somma, considerandola parte del patrimonio non trasferito validamente. Anche una scrittura privata con causale “donazione” non basta a sanare la situazione.

La procedura corretta con notaio

Per rendere valida una donazione significativa, è necessario l’intervento di un notaio. Il processo inizia con un incontro in cui il donante manifesta la propria volontà di trasferire la somma a titolo gratuito. Il notaio verifica la capacità delle parti, raccoglie le informazioni necessarie e redige l’atto pubblico, assicurando che l’intento del donante sia chiaro e consapevole.

Dopo la firma dell’atto, il trasferimento avviene tramite mezzi tracciabili, come bonifico o assegno. Gli estremi del pagamento vengono riportati nell’atto stesso, garantendo trasparenza e prova concreta dell’avvenuto trasferimento. La registrazione notarile completa il processo, rendendo la donazione pienamente valida e opponibile a terzi.

Bonifici tra parenti – fonte pexels – palermolive.it

Prestito infruttifero mascherato da donazione

Molti cercano di evitare il notaio dichiarando il trasferimento come prestito infruttifero, sapendo di non richiedere restituzione. Questo espediente è rischioso: si tratta di una donazione dissimulata, che può essere dichiarata nulla se emerge la reale volontà del donante. Inoltre, può generare problemi fiscali, con possibili sanzioni o richieste di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Trasferire somme consistenti ai figli richiede attenzione e rispetto delle formalità legali. Il bonifico da solo non basta, e il ricorso al notaio garantisce sicurezza sia al donante che al ricevente. Prima di effettuare qualsiasi trasferimento, è consigliabile valutare attentamente l’entità della somma, verificare la necessità dell’atto pubblico e, se necessario, affidarsi a un professionista per evitare rischi legali e fiscali. Seguendo queste indicazioni, il gesto di generosità rimane valido e protetto.