BeB e case vacanza scoprono una tassa nascosta: canone speciale per strutture ricettive | Sei fuori legge e non te ne sei mai accorto
Costi case vacanze - fonte pexels - palermolive.it
Storia, obblighi e controversie di questa tassa nelle strutture ricettive, una questione aperta che crea malcontento
Il Canone RAI nasce con la radio, quando nel 1924 l’URI ottenne l’esclusiva per le trasmissioni nazionali. Nel 1927 l’URI divenne EIAR, antenata della moderna RAI, e già allora il possesso di un apparecchio radiofonico richiedeva il pagamento di un canone. L’istituzione del tributo serviva a finanziare il servizio pubblico e a garantire la diffusione dell’informazione.
Con il Regio Decreto-Legge 21 febbraio 1938, n. 246, il canone divenne una tassa obbligatoria per tutti i possessori di apparecchi atti a ricevere le “radioaudizioni”. Questo provvedimento sancì il principio che il pagamento era dovuto indipendentemente dall’effettivo uso del mezzo, fissando le basi di un tributo che avrebbe accompagnato gli italiani per decenni.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’EIAR diventò RAI e nel 1954 il canone fu esteso anche alla televisione. Da allora, pur modificandosi nelle modalità e negli importi, il Canone RAI ha mantenuto la sua funzione di principale finanziamento del servizio pubblico, garantendo un’informazione libera da condizionamenti pubblicitari, pur diventando negli anni un peso costante per le famiglie italiane.
Nel 2016 il pagamento del canone domestico fu integrato nella bolletta elettrica, con un importo fissato a 90 euro annui. Questa modalità ridusse drasticamente l’evasione, ma alimentò malcontento, poiché molti cittadini ritenevano ingiusto pagare per un servizio non utilizzato. Restano previste esenzioni per anziani con redditi bassi e per chi non possiede apparecchi televisivi.
Il canone speciale per le strutture ricettive
Oltre al canone domestico, esiste un canone speciale per attività commerciali e ricettive, come alberghi, B&B e affittacamere. Questo tributo si applica agli apparecchi messi a disposizione del pubblico o degli ospiti, con tariffe variabili a seconda della tipologia e della dimensione dell’attività, e viene riscosso direttamente dalla RAI tramite abbonamenti speciali, non in bolletta elettrica.
Tablet, PC e smart TV privi di tuner possono essere considerati esenti se non sono adattabili alla ricezione televisiva. Tuttavia, se tali dispositivi consentono comunque la visione di contenuti televisivi tramite streaming o app, la RAI può interpretarli come ricevitori televisivi, imponendo il canone speciale nelle strutture ricettive, dove l’uso è collettivo o destinato agli ospiti.

Il caso dei B&B familiari
Nei B&B a gestione familiare senza partita IVA, con locali non separati e un solo televisore condiviso tra famiglia e ospiti, spesso il canone domestico in bolletta può essere sufficiente. Tuttavia, la RAI tende a presupporre l’uso fuori dall’ambito familiare e richiede il canone speciale. La giurisprudenza è disomogenea e in alcuni casi ha dato ragione ai gestori che contestavano la doppia imposizione.
Per chi gestisce strutture ricettive, è fondamentale valutare attentamente la natura dell’attività e l’uso degli apparecchi televisivi. La documentazione che attesti la gestione familiare e il pagamento del canone domestico può essere utile per difendersi da richieste ingiustificate. In ogni caso, seguire le FAQ RAI e l’evoluzione normativa resta essenziale per evitare contenziosi e sanzioni.
