Alla Bandita è tempo di rigenerazione urbana: i palermitani al lavoro per la costa sud-est

“Non vogliamo sostituirci a chi dovrebbe fare questo come lavoro, semplicemente sentiamo la necessità di contribuire a migliorare il posto in cui viviamo e che Amiamo. L’Amore di chi non si accontenta di Guardare ma vuole Agire per modificare l’esistente.

Bandita, Primo Atto.

Tanti palermitani e palermitane ieri pomeriggio hanno scelto di non andare a mare e di Cominciare invece un processo di rigenerazione urbana partecipata del Porticciolo della bandita.

Abbiamo dovuto necessariamente iniziare con una prima Pulizia e con un dialogo Costruttivo con alcuni residenti. Ma è solo l’inizio.

É stato emozionante vedere tanta positività negli occhi e nei gesti di tutti i presenti nonostante l’abbandono e la sporcizia in un luogo che meriterebbe molto di più. Abbiamo raccolto e differenziato 75 sacchi di “munnizza” e ancora c’è tantissimo lavoro da fare.

Non vogliamo sostituirci a chi dovrebbe fare questo come lavoro, semplicemente sentiamo la necessità di contribuire a migliorare il posto in cui viviamo e che Amiamo. L’Amore di chi non si accontenta di Guardare ma vuole Agire per modificare l’esistente.

Tante le idee venute fuori per migliorare il porticciolo, tante le necessità dei residenti, tante e diverse le responsabilità per tanto degrado.

È stato il primo momento ed è stato magnifico condividerlo anche con Azzizzart e HomorifiUtilens. Grazie a tutte e a tutti per la partecipazione, l’impegno e la voglia di partecipare ad un possibile quanto necessario cambiamento”.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che ognuno di noi può fare la differenza. Palermo – afferma Andrea D’Amore – ha bisogno di essere attenzionata e, oggi più di ieri, grazie anche al megafono dei social, coinvolgere e sensibiliazzare la gente riguardo le criticità di determinate zone della città è divenuto più facile. Tra le varie criticità presenti nei vari quartieri, ci siamo resi conto che il porticciolo della Bandita versava in uno stata di assoluto degrado. Una situazione figlia non solo delle mancanze attribuibilli alla gestione della città da parte del Comune ma anche all’atteggiamento certamente poco virtuoso dei nostri concittadini quando si tratta di decoro e rispetto urbano.”

Andrea D’Amore, presidente di “Tu sei la città”

A parlare è Andrea D’amore, presidente di “Tu sei la città”. 

La volontà è quella di cominciare un processo di rigenerazione urbana partecipata. Una settimana prima dell’intervento di pulizia abbiamo parlato con le persone spiegando loro come sarebbe stato organizzato l’intervento. Da quella che possiamo definire la prima “incursione”  ne seguiranno certamente altre – assicura a Palermo Live il presidente di “Tu sei la città”. In questo momento concentreremo le nostre energie sulla Bandita in quanto c’è davvero tanto da fare, in quanto, ribadisco, l’obiettivo non è soltanto quello di ripulirla bensì di riqualificarla. All’iniziativa stanno convergendo anche artisti e bimbi del quartiere. Vorremmo fare diventare la Bandita un vero e proprio laboratorio di progettazione partecipata e questo primo atto devo dire che ha avuto un bel riscontro. Adesso l’importante è continuare a fare rete per dare un seguito concreto all’iniziativa. Le periferie, considerate a torto come luoghi abitati da gente “cattiva”, e per questo spesso e volentieri abbandonate a se stesse, hanno invece tanta dignità e voglia di riscatto. Tengo a precisare che siamo ben consapevoli che questi sono gesti politici, pur essendo la nostra un’associazione al di fuori da ogni contesto politico e partitico di sorta”. 

Palermo ha un sogno: creare nel litorale sud est una sorta di gemella di Mondello. Vivere il mare come accadeva ai tempi dei bagni Italia e dei bagni Virzì, sarà possibile o si sta correndo troppo con la fantasia? Lo Sperone, la Bandita, Sant’Erasmo, potranno un giorno diventare il nuovo polo d’attrazione turistica della città? 

Chiaro che sarebbe una grande operazione della quale ne beneficierebbe l’intera area metropolitana. Intanto, il nostro ruolo, quali cittadini è quello di accendere delle luci, affinchè quelli che oggi appaiono come luoghi abbandonati tali non si sentano. Questo – conclude Andrea D’Amore intervistato da Palermo Live – serve ad accelerare quei tanti auspicati ed agognati processi di cambiamento volti a far rinascere nel suo complesso una città tanto complicata ma per questo affascinante come Palermo”. 

LA VOCE DI CHI HA PARTECIPATO 

Tiene a dire la sua anche uno dei tanti cittadini coinvolti nell’iniziativa, ovvero Martina Andò: “Noi siamo stati coinvolti come associazione e felici di collaborare per il bene della nostra città e dei luoghi delle nostre periferie. Speriamo di “azzizzare” al più presto qualche intervento artistico. Ci vuole veramente poco e siamo stanchi di promesse mai mantenute e di soldi che non ci sono mai o addirittura sono troppi per fare qualcosa di veramente semplice. Ci siamo rimboccati le maniche e continueremo fino a raggiungere dei risultati coinvolgendo sempre di più le persone del luogo”. 

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