Associazione legali Logos e Ius: lettera al presidente Musumeci

Dura presa di posizione da parte dell’associazione di legali siciliani, in merito alle azioni intraprese dal governo isolano per contrastare il momento di emergenza

L’Associazione di avvocati siciliani Logos e Ius, in questi giorni, ha inviato una lettera al Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. Attraverso la lettera, i legali hanno voluto chiedere chiarimenti in merito alla grave situazione che ha colpito il nostro paese. Ci si è voluti soffermare sulla mancanza di misure adeguate per prevenire la diffusione del virus.

LA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA

Qui di seguito il testo della lettera, inviato a Nello Musumeci dall’associazione dei legali siciliani facenti parte del gruppo Logos e Ius.

“On.le Presidente, 

rileviamo con rammarico che (ad oltre due mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale del 31.1.2020 deliberato dal consiglio dei ministri e a 40 giorni dall’inizio delle rigide misure restrittive e di isolamento di cui al d.p.c.m. del 9.3.2020) nella nostra regione non sono state compiutamente attuate idonee misure di protezione né efficaci politiche attive di contenimento dell’epidemia. Eppure è evidente che l’emergenza sanitaria è stata determinata, oltre che dal virus pandemico, dallo stato di impreparazione in cui versano, ormai da anni, le nostre strutture sanitarie che occorreva, quindi, potenziare e riorganizzare per far fronte all’epidemia”.

I PUNTI FONDAMENTALI

I legali facenti parte dell’associazione Logos e Ius hanno evidenziato, nella lettera, i punti cruciali da tenere in considerazione.

“Tuttavia, ancora oggi:

– gli operatori sanitari (medici, compresi i medici di famiglia, infermieri, farmacisti, tecnici, addetti al soccorso, ecc.) in Sicilia non sono dotati di adeguate misure protettive (mascherine, tute, guanti, visiere, ecc.);

– non tutti gli ambienti sanitari sono adeguatamente sanificati né sono stati predisposti in tutte le strutture corridoi o percorsi idonei ad impedire l’ingresso negli ospedali e nei luoghi di cura di infezioni da Covid-19; altrettanto è da dirsi nelle strutture RSA e nelle case di riposo, luoghi in cui l’eventuale contagio può esplodere in maniera drammatica;

– i lavoratori addetti alle attività (reputate necessarie) che continuano a svolgersi non sono dotati di adeguate misure di protezione;

– il reperimento di mascherine da parte dei cittadini è difficoltoso oltre che esageratamente costoso; in particolare, si segnala che il prezzo di tale decisivo strumento per il contenimento della diffusione dei contagi

– il cui uso su larga scala consentirebbe di riprendere la gran parte delle attività produttive, commerciali e professionali

– ha raggiunto soglie inaccettabili. Invero, tali presidi dovrebbero essere forniti gratuitamente;

– il numero di tamponi rinofaringei effettuati in Sicilia è talmente limitato (45.172 – al 17.04.2020 – su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti) da non consentire l’esatta e tempestiva individuazione di casi positivi né di isolare potenziali focolai se non dopo il loro esplodere. Sul punto si mette in evidenzia che in altre regioni come il Veneto (con analogo numero di abitanti) i tamponi effettuati sono stati 236.722 (al 17.04.2020), mentre in Sicilia non vengono sottoposti a tampone neppure i sanitari (anche se addetti a strutture Covid) se non in presenza di significativi sintomi di infezione: e ciò malgrado quanto disposto esplicitamente anche dall’ordinanza contingibile e urgente n. 7 del 20.3.2020 del Presidente della Regione Siciliana ove è, tra l’altro, espressamente rilevato che un recentissimo studio scientifico pubblicato il 16.03.2020 ha dimostrato “che la grande maggioranza dei soggetti destinatari di contagio da Covid-19 (in una misura percentuale tra il 50% ed il 75%) è completamente asintomatica”;

– inoltre, gli esami dei tamponi vengono sviluppati da un numero esiguo di strutture (pubbliche e private) e non è stata coinvolta l’intera rete di laboratori privati che potrebbero procedervi né sono state implementate in misura significativa le risorse per i laboratori delle strutture pubbliche;

– infine, non è stata attivata una rete di assistenza sanitaria domiciliare e territoriale idonea ad evitare che il contagio (ad oggi basso nella nostra regione ma potenzialmente devastante in futuro) si riversi unicamente nelle strutture sanitarie e che garantisca interventi terapeutici tempestivi (prima che le patologie degenerino in forme severe). Registriamo come l’azione governativa sia stata, finora, poco efficace nel garantire idonee misure di sicurezza e nell’attuazione di politiche attive di controllo e contenimento dell’epidemia, essendosi limitata alla sola prescrizione di misure di distanziamento e di isolamento sociale e nella imposizione di molteplici divieti assistiti dalla minaccia di sanzioni e controlli”.

L’INERZIA DEL GOVERNO ISOLANO, SECONDO GLI AVVOCATI

La lettera dell’associazione Logos e Ius si conclude con una critica nei confronti del governo isolano.

“Purtroppo il governo regionale della Sicilia ha omesso di attuare in modo adeguato tali basilari misure rimanendo in uno stato di inerzia colpevole, invece di operarsi in modo fattivo ed efficace affinché tutti i siciliani possano avere un’adeguata tutela della propria salute, siano dotati delle più idonee misure di protezione, siano sottoposti ad adeguati controlli con tamponi e test sierologici (principalmente i sanitari, i loro familiari e le relative reti di relazione, nonché i lavoratosi attualmente in attività e tutti coloro che risultano positivi al contagio ed i loro familiari e reti di relazioni) e possano avere una prospettiva di ripresa delle attività e delle loro vite senza salti nel buio e senza dovere invocare la fortuna o affidarsi a riti apotropaici.

Pertanto, invitiamo il Presidente della Regione Siciliana e ed il governo regionale a porre in essere immediatamente tutti gli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza in atto e segnatamente:

– dotare di misure protettive (mascherine, tute, guanti, visiere, ecc.), adeguate per qualità e quantità, a tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, farmacisti, addetti socio sanitari, ecc.);

– predisporre in tutte le strutture sanitarie, case di cure ed RSA, corridoi o percorsi idonei ad impedire l’ingresso ed il dilagarsi di infezioni da Covid-19 e a garantire che tutte le diverse attività possano svolgersi senza rischi;

– dotare di misure protettive, adeguate per qualità e quantità, tutti i lavoratori addetti alle attività che continuano a svolgersi in modo che possano espletare la propria prestazione lavorativa in sicurezza;

– garantire a tutti i siciliani il reperimento di mascherine protettive a costi equi;

– attuare massicci controlli con tamponi e con test sierologici a quante più persone possibile, principalmente i sanitari (i loro familiari e le relative reti di relazione) i lavoratori attualmente in attività (i loro familiari e le relative reti di relazione) tutti coloro che sono risultati positivi al contagio (i loro familiari e le relative reti di relazioni);

– predisporre una rete di assistenza sanitaria territoriale e domiciliare idonea ad evitare che il contagio si riversi nelle strutture sanitarie e che garantisca diagnosi ed interventi terapeutici tempestivi;

– adeguare ed incrementare gli stanziamenti previsti in bilancio, in materia sanitaria, al fine di garantire l’attuazione degli interventi. Si auspica una immediata fattiva attuazione delle citate basilari misure, rilevando tuttavia che, in difetto, il governo della Regione Siciliana ed il suo Presidente risulterebbero gravati delle consequenziali responsabilità. Sia di natura politica sia di rilevanza giuridica, verso tutti i cittadini siciliani. Gli operatori ed i lavoratori per i danni di qualsivoglia natura e tipo, sociali, economici, personali irrevocabilmente connessi alle denunciate omissioni”.

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