Addio al vizietto tanto amato, da ora lo paghi con la patente: se continui non guidi più a vita
Fumatore - fonte pexels - palermolive.it
Se ti beccano a farlo mentre sei al volante, te la fanno pagare cara: arrivano le proteste del settore dei trasporti
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge sul tabacco che mira a rafforzare la protezione contro i danni da fumo e ad aggiornare la normativa in materia di prodotti a base di nicotina. Il provvedimento, promosso dal Ministero della Salute spagnolo, rappresenta una delle riforme più ampie degli ultimi anni e si propone di ridurre in modo significativo l’impatto sanitario e sociale legato al consumo di tabacco e derivati. La legge dovrà ora affrontare l’iter parlamentare, che ne determinerà l’entrata in vigore.
Tra le misure più discusse figura il divieto assoluto di fumare nei veicoli utilizzati per motivi professionali, compresi camion e furgoni. La novità riguarda sia i conducenti dipendenti sia gli autonomi, e si applicherà anche quando l’autista si trova solo a bordo. È proprio questo aspetto a suscitare forti critiche da parte delle associazioni di categoria, che ritengono la disposizione sproporzionata e di dubbia utilità pratica, dal momento che non ci sarebbero terzi direttamente esposti al fumo passivo.
Organizzazioni come CETM e Fenadismer avevano già espresso la loro contrarietà quando la bozza era stata resa pubblica mesi fa. Secondo il settore, la maggior parte dei camionisti trascorre molte ore consecutive da sola nella cabina del veicolo e vietare il fumo in questo contesto non produce benefici reali per la collettività. L’opposizione si fonda dunque sulla percezione di un intervento invasivo e poco coerente rispetto alle condizioni di lavoro effettive.
Le associazioni non si limitano a parlare di misura inutile, ma la definiscono addirittura dannosa. Secondo i rappresentanti dei trasportatori, negare la possibilità di fumare a chi lo fa volontariamente potrebbe aumentare i livelli di stress e ansia tra i conducenti. Considerato che i professionisti possono guidare fino a quattro ore e mezza di fila, il timore è che il divieto si traduca in una riduzione della concentrazione e quindi in un rischio maggiore per la sicurezza stradale.
Un possibile problema di discriminazione
Un altro nodo sollevato riguarda la disparità di trattamento tra conducenti professionali e privati. La riforma, infatti, non estende il divieto di fumo a chi guida la propria auto, anche in presenza di passeggeri. Questo potrebbe generare reclami per discriminazione, poiché i lavoratori del trasporto sarebbero soggetti a una limitazione non prevista per il resto della popolazione. La questione apre un dibattito sulla coerenza e l’equità della norma.
Il disegno di legge non si limita ai veicoli da lavoro. La riforma amplia infatti in modo significativo i luoghi in cui non sarà più possibile fumare o svapare. Terrazze di bar e ristoranti, piscine pubbliche, aree di attesa, campus universitari e impianti sportivi rientrano tra gli spazi protetti. L’intento è quello di ridurre l’esposizione involontaria al fumo, soprattutto nei luoghi frequentati dai giovani e dalle famiglie.

Nuove regole per i prodotti alternativi
La riforma equipara le sigarette elettroniche, i dispositivi per tabacco riscaldato, le bustine di nicotina e i prodotti a base di erbe al tabacco tradizionale. Questo significa che le stesse restrizioni si applicheranno indistintamente a tutte le varianti presenti sul mercato. Inoltre, per la prima volta, sarà vietato non solo vendere ma anche consumare tabacco e derivati ai minori, segnando un passo importante nella tutela delle nuove generazioni.
Nonostante la portata della riforma, non tutte le proposte iniziali sono state mantenute. L’idea di introdurre confezioni neutre è stata scartata dopo le negoziazioni interministeriali e le osservazioni della Commissione nazionale dei mercati. Restano invece aggiornati i meccanismi sanzionatori, con multe che possono arrivare fino a seicentomila euro. Il testo è ora aperto alla consultazione pubblica e successivamente passerà di nuovo al Consiglio dei Ministri prima di approdare in Parlamento. Solo allora si conosceranno i tempi concreti della sua entrata in vigore.
