Un manifesto corale per dire no al pizzo e all’usura siglato dalle imprese siciliane

Firmatarie, quindici tra associazioni di categoria, unioni di cooperative e organizzazioni datoriali che contano complessivamente novantamila realtà produttive al proprio interno

Ripudiare e contrastare la mafia, in qualsiasi modo si manifesti e in tutte le possibili articolazioni territoriali che, tradizionalmente, ne decretano la forza e il potere contrattuale, rendendo asfittica l’economia. 

Questo, in sintesi, il senso del manifesto contro il pizzo e l’usura a cura di quindici tra associazioni di categoria, organizzazioni datoriali e unioni di cooperative, insieme per dire no alle infiltrazioni della criminalità organizzata che si declinano attraverso il pizzo e l’usura, gravando sul tessuto delle attività produttive, ulteriormente indebolite dalle conseguenze del Covid-19 e da mesi di chiusura forzata. 

Le realtà firmatarie – che annoverano al proprio interno circa novantamila imprese in Sicilia, una massa critica non indifferente – sono Sicindustria, Legacoop, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Unci, Agci, Unicoop, Confapi, CNA, Casartigiani, Conflavoro, ANCE , Confartigianato e Confimprese – accomunate dalla volontà di fare fronte comune contro la minaccia della criminalità organizzata, rivolgendosi non soltanto alla platea degli iscritti ma, più in generale, a tutto il mondo produttivo. 

Il manifesto, dieci punti in tutto, contiene indicazioni rivolte alle imprese affinchè rifiutino, respingano e denuncino ogni tentativo di infiltrazione criminale, collaborando con le forze dell’ordine e le autorità preposte all’insegna di un costante raccordo e operando in linea con l’obiettivo di prevenire e contrastare qualsiasi forma di illegalità. 

Le imprese che aderiscono sono tenute ad associare solo aziende che dichiarano di non pagare il pizzo e di avvalersi esclusivamente di fornitori liberi da ogni forma di giogo mafioso o da altri condizionamenti criminali. 

Tra i punti del documento, figurano anche la diffusione dei contenuti del manifesto tra le imprese e la promozione dell’adesione, il monitoraggio dei livelli di partecipazione e del rispetto degli impegni assunti dalle aziende firmatarie, favorendo la piena collaborazione di queste ultime con le autorità ispettive e di controllo.