Ufficio Studi UILPA Polizia Penitenziaria, Gioacchino Veneziano eletto presidente

Trapanese, 55 anni, il sindacalista guiderà l’organismo di collegamento con la segreteria nazionale

Il trapanese Gioacchino Veneziano è stato eletto presidente nazionale dell’Ufficio Studi della UILPA Polizia Penitenziara nell’ambito dell’assemblea congressuale svoltasi a Roma alla presenza, tra gli altri, del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri

Un prestigioso incarico nel quale confluirà tutta l’esperienza maturata dal sindacalista nel tempo: cinquantacinque anni, Veneziano è nella Polizia Penitenziaria da circa trantaquattro, con la qualifica di assistente capo coordinatore, impegnato nel Nucleo Operativo Provinciale Traduzioni e Piantonamenti presso la Casa Circondariale di Trapani. 

Attivo nell’ambito sindacale già nel periodo antecedente la riforma degli agenti di custodia, Veneziano ora guiderà l’organismo di collegamento con la segreteria nazionale

L’elezione in qualità di presidente è avvenuta a Roma nell’ambito dei lavori dell’assemblea congressuale alla quale ha preso parte, tra gli altri, il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri

“Sono emozionato – dichiara Veneziano – perchè in passato simili incarichi sono stati assegnati a soggetti che hanno scritto la storia del sindacato della UILPA Polizia Penitenziaria quali Sergio Grisini ed Eugenio Sarno“. 

“Ringrazio il segretario generale della UILPA nazionale Nicola Turco e il collega Gennarino De Fazio, leader della UILPA Polizia Penitenziaria – aggiunge – ma soprattutto il mio gruppo dirigente sindacale della UILPA Polizia Penitenziaria in Sicilia“. 

Preannunciando le azioni principali che caratterizzeranno la presidenza dell’organismo, Veneziano sottolinea la necessità di elaborare strategie da consegnare alla segreteria generale: tra esse, figurano la rivisitazione dei sistemi di custodia, la stesura di un protocollo con le regole di ingaggio in caso di eventi critici all’interno delle carceri e la riscrittura dell’articolo 41 dell’Ordinamento Penitenziario riguardante l’impiego della forza fisica e l’uso dei mezzi di coercizione. 

“Occorre aprire una seria riflessione senza pregiudizi – conclude – sulle modalità di applicazione dell’articolo 613 bis, che riguarda il reato di tortura, agli appartenenti delle Forze di Polizia in casi di particolari eventi critici che investono la gestione dell’ordine e della sicurezza, anche in ambito carcerario”. 

Tra le priorità di Veneziano, figura anche la materia della parità di genere all’interno del Corpo.