Speranza:«Si parla troppo di calcio e poco di scuola. No a migliaia di tifosi allo stadio»

Il ministro della Salute: «Se dobbiamo rischiare facciamolo per le scuole, non per gli stadi»

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto su Rai 3 a “Mezz’ora in più” in seguito al grande aumento dei contagi in Italia ed ha parlato anche della questione sport, calcio e riapertura stadi.

“La battaglia non è conclusa: dobbiamo essere uniti. Ora siamo in una fase di crescita dell’epidemia e dobbiamo ricostruire lo spirito unitario che ci ha guidato nei mesi più difficili. Chi è al governo deve lavorare giorno e notte per evitare un nuovo lockdown. Quanto avverrà nelle prossime settimane dipenderà dai comportamenti di ciacuno di noi: è una partita tutta da giocare”.

“SE DOBBIAMO CORRERE UN RISCHIO, CORRIAMOLO PER LA SCUOLA, NON PER GLI STADI”

Una partita che passa anche per lo sport giocato negli stadi: “Sono contrario alle proposte di aprire gli stadi a migliaia di persone – sottolinea Speranza – perché questo esporrebbe le persone a un rischio vero. Se dobbiamo correre un rischio perché le scuole riaprono sono d’accordo, ma se dobbiamo correrlo per portare decine di migliaia di persone allo stadio sono contrario. È un rischio che non possiamo permetterci. Sono della linea della prudenza, che non significa non fare le cose, ma farle passo dopo passo. La linea della prudenza ci ha portato a una situazione che è migliore di altri Paesi”.

“Ma parliamo troppo di calcio, lo dico con rispetto anche nei confronti di un pezzo di economia del Paese: so che intorno al calcio ci sono interessi e tante persone che vanno rispettate. Le cose importanti in questo momento però sono altre: è il lavoro degli ospedali e dei sanitari e l’attenzione alle nostre scuole, che sono un punto fondamentale di ripartenza del Paese. Un po’ meno calcio e un po’ più scuola, se possibile. La priorità deve essere altra. Lo dico persino da tifoso. Attenzione a dare le priorità, che non possono essere il calcio o gli stadi. La priorità è la salute delle persone”.

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