Pizzo, furti e rapine: i nomi e le foto degli arrestati

Undici persone finite in carcere, nove agli arresti domiciliari e quattro sono sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

“Operazione Stele”. Smantellate due organizzazioni criminali, legate a Cosa nostra, specializzate in a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere, estorsione, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti, lesioni personali e furti, tra cui quello che da’ il nome all’operazione, commesso presso la Stele dedicata alla vittime della strage di Capaci. Sono 37 gli indagati e 24 le misure cautelari in varie regioni. 

Undici persone finite in carcere, nove agli arresti domiciliari e quattro sono sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

SOTTOPOSTI ALLA CUSTODIA IN CARCERE
Cintura Andrea, 57 anni (già detenuto); 
Domenico Cintura, 29 anni;
Marcello Domenico Cintura, 38 anni;
Salvatore Cintura, 39 anni;
Giuseppe Cintura, 35 anni;
Giuseppe Cintura, 35 anni;
Antonino Buscemi, 28 anni;
Ivan Cataldo, 29 anni;
Gaetano Amato, 51 anni;
Gioacchino Randazzo, 54 anni, di Campobello di Licata;
Giuseppe Coglitore, 48 anni.

SOTTOPOSTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Michele Arceri, 52 anni;
Vincenzo Nuara, 29 anni;
Vincenzo Carista, 44 anni;
Francesco Cusimano, 36 anni;
Carmelo Ribaudo, 54 anni;
Francesco Cancemi, 52 anni;
Antonio Pacella, 55 anni;
Carmelo Scurato, 74 anni;
Marcello Corrao, 38 anni.
SOTTOPOSTI ALL’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA
V.S., 23 anni, già detenuto domiciliare a Cerignola (Foggia);
G.A., 29 anni;
S.A., 33 anni;
S.G., 61 anni.

I dettagli nelle parole del capitano Leonardo Bricca, comandante della Compagnia carabinieri di Cefalù.

L’operazione – ha spiegato – prende il nome da un furto commesso dalla compagine criminale capeggiata da Andrea Cintura, della quale tra l’altro sono stati dimostrati contatti e frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata, ai danni di un obiettivo dall’alto valore simbolico: il parco commemorativo “Quarto Savona 15″ che nel 2017, a poche settimane dalla sua inaugurazione, in occasione della 25esimo anniversario della strage di Capaci, subì il furto di diversi attrezzi da lavoro, provocando pregiudizio alla regolare esecuzione dell’opera. Far luce su questo grave episodio è stato motivo di grande impegno e soddisfazione, nella consapevolezza di dover tutelare, col massimo sforzo, la memoria e l’esempio di chi ha donato tutto se stesso proprio per quei valori di legalità e giustizia che condividiamo”.

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