Piccolo Evan, nonna contro gli assistenti sociali: «Li avevo avvisati sui maltrattamenti»

Maltrattamenti, angherie con fratture, tumefazioni all’anca, femore rotto, orecchio tagliato: tutto l’orrore vissuto dal piccolo Evan. La nonna: «Io vi avevo detto che il bambino era maltrattato, voi mi avete detto di stare calma e aspettare, mi sento»

E’ stato picchiato, fino alla morte, dalla madre e dal compagno. Ha subito per mesi ogni tipo di violenza. E’ orribile la storia che ha portato alla morte all’ospedale di Modica il 17 agosto scorso, del piccolo Evan, il bambino di due anni ucciso a colpi di botte.

Ai microfoni di Mattino Cinque il racconto drammatico in cui emerge tutto il dolore di una nonna che ha perso il nipotino di 21 mesi, dopo mesi di maltrattamenti botte. “Era un bambino bello e gioioso, che amava giocare” racconta la donna, che ad oggi non si capacita di fronte ad una perdita così grande.

La nonna si era accorta dei segni riportati dal piccolo, ma quando chiedeva qualche spiegazione, la risposta era sempre la stessa: si tratta di una caduta o sono stati causati dai giocattoli.

Secondo gli inquirenti anche il padre naturale usava picchiare suo figlio prima della separazione dalla moglie nel 2019, in merito a ciò la nonna racconta: “Anche se mio figlio avesse sgridato il bambino, è stato un atto di educazione, ma non gli ha messo mai le mani addosso, non toccava neanche una mosca”.

La donna ha poi puntato il dito contro gli assistenti sociali che non sarebbero intervenuti in tempo. A loro avrebbe segnalato i presunti maltrattamenti: “Io vi avevo detto che il bambino era maltrattato, voi mi avete detto di stare calma e aspettare”. Nonna Elisa oggi ammette di sentirsi in colpa perchè si sarebbe fidata della madre di Evan: “Chi è mamma come me non può fare una cosa così a suo figlio”, ha aggiunto in lacrime, ancora straziata dalla perdita dell’amato nipotino. 

DECESSO PER TRAUMA CRANICO

Sette mesi di maltrattamenti e angherie con fratture, tumefazioni all’anca e al ginocchio e perfino «il taglio di una parte dell’orecchio», tre referti medici che certificano violenze indicibili e la madre che «per due volte porta il suo bimbo bisognoso di cure al pronto soccorso di Noto e poi si allontana dall’ospedale». Di fatto abbandonandolo. Sono inquietanti le carte d’inchiesta sulla morte di Evan Giulio Lo Piccolo. L’ipotesi più accreditata dopo l’autopsia sul corpo del piccolo è quella di una morte legata a un trauma cranico. I segni sul capo confermerebbe questa linea. Sul corpo sono presenti molti lividi, anche riferibili alle settimane scorse, compatibili con percosse.

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