VIDEO | Caso Gregoretti, Salvini a Catania per l’udienza preliminare

L’ex ministro dell’Interno a Catania per il caso Gregoretti ribadisce: «Ho solo fatto il mio dovere»

Sequestro di persona aggravato e abuso di potere per privare di libertà personale. Con questi capi di imputazione il leader della Lega, Matteo Salvini, si è presentato oggi in tribunale a Catania, per l’udienza preliminare davanti al Gup Nunzio Sarpietro. La prima tappa di un procedimento che potrebbe portare al processo dell’ex ministro dell’Interno, oppure all’archiviazione della richiesta di rinvio a giudizio.

L’accusa è di aver “abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”, quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta. Salvini rischia, dunque, fino a 15 anni di carcere. In caso di condanna, anche in primo grado, per effetto della legge Severino il leader potrebbe, inoltre, essere sospeso da ogni incarico.

IL CASO GREGORETTI

La vicenda della nave Gregoretti è iniziata il 26 luglio dell’anno scorso, quando, dal suo studio del Viminale, l’allora ministro Matteo Salvini ha comunicato lo stop allo sbarco dei migranti a bordo della Gregoretti, in quel momento in rada vicino le coste orientali della Sicilia: “Ho dato disposizione – si leggeva nelle dichiarazioni di Salvini – che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 migranti a bordo”. La vicenda è sembrata da subito molto simile a quella dell’agosto 2018, che ha visto coinvolta la nave Diciotti, anch’essa aveva ricevuto lo stop da parte di Salvini. Lo stallo però è durato pochi giorni: il 31 luglio dal ministero dell’Interno, dopo le rassicurazioni sul ricollocamento dei migranti in Europa è arrivato il via libera per lo sbarco ad Augusta.

Subito dopo l’approdo, la procura di Siracusa ha aperto un fascicolo nei confronti di Salvini per abuso di ufficio e sequestro di persona. L’indagine per competenza è passata a Catania, dove si è insediato il tribunale dei Ministri, così come previsto in caso di inchieste su componenti del governo in carica.

Accuse che l’ex ministro ha sempre respinto con forza “non ci fu alcun sequestro di persona, non essendosi verificata alcuna illecita privazione della libertà personale nei giorni in cui i migranti rimasero a bordo della Gregoretti, in attesa dell’organizzazione del loro trasferimento presso la destinazione finale”. L’ex ministro, sottolineando di avere agito per interesse della Nazione, sintetizza così la sua linea: A bordo della Gregoretti c’erano due scafisti fermati dopo lo sbarco, i 100 migranti sono rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento. E tutto col pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell’assegnazione del Pos, il porto sicuro. 

L’UDIENZA PRELIMINARE A CATANIA

Adesso, dunque, il gup deciderà se prosciogliere o disporre il processo che, eventualmente, si terrebbe davanti al Tribunale di Catania, col rito ordinario e con tre gradi di giudizio. “Questo 3 ottobre me lo ricorderò comunque vada – ammette Salvini, ma insiste – sarei preoccupato se avessi la coscienza sporca, ma ho fatto solo il mio dovere. Non parlerò davanti al Gup. Io sono tranquillo e penso di avere fatto il mio dovere, ho totale fiducia nella giustizia italiana”.

Immagini di Marcella Chirchio

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