Crisi pandemia, Bankitalia: «In Sicilia il peggio deve ancora venire»

Non decolla il turismo in Sicilia. Il settore è tra quelli più esposti alla crisi legata all’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia.

La pandemia, ed in particolare il lockdown, sono stati, per la Sicilia, la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. L’economia, nell’Isola, era già in grosse difficoltà. Nonostante sia stata colpita in maniera più lieve rispetto ad altre aree del Paese da un punto di vista della diffusione del virus, gli effetti economici sono stati e saranno dirompenti e importanti. 

REPORT DELLA BANCA D’ITALIA

Complice la maggiore dipendenza dalla domanda estera, ma anche i limiti imposti alla circolazione tra regioni in vigore sino all’inizio di giugno e il tempo necessario perché i turisti possano nuovamente trovare la voglia di viaggiare, il comparto si trova in affanno e i costi per adeguare le strutture alle misure imposte per il distanziamento sociale rischiano di dare il colpo di grazia alle imprese, perché “amplificheranno le difficoltà delle imprese per la stagione estiva 2020, periodo in cui si concentra circa il 60 per cento delle presenze”. A indicare la dimensione della crisi è il tradizionale rapporto della Banca d’Italia sulla condizione dell’economia regionale elaborato dalla sede di Palermo e presentato oggi.  

IMPATTO NEGATIVO

Tra le spese correnti, sono cresciuti gli acquisti di beni e servizi, mentre la spesa per il personale, che negli ultimi anni ha risentito dei vincoli normativi alle assunzioni, ha continuato a ridursi. A fronte di queste spese, i Comuni hanno ricevuto trasferimenti erariali e regionali. C’è stato anche un impatto negativo sul fronte delle entrate, che in larga parte hanno risentito del blocco delle attività economiche.

All’appello mancano l’imposta di soggiorno, l’imposta sulla pubblicità, l’Imu sulle strutture turistiche, alla Tosap, alla Tari per gli esercizi commerciali sospesi. “L’impatto non si è limitato alle entrate correnti, ma anche, in alcuni casi, all’entrate in conto capitale – ha detto Antonio Lo Nardo, uno dei redattori del report – Si pensi, per esempio, al blocco delle attività edilizie che ha comportato un calo di gettito degli oneri di urbanizzazione”. Nel complesso la situazione finanziaria degli enti territoriali in Sicilia si connota per la presenza di elevati disavanzi dovuti prevalentemente agli accantonamenti per le anticipazioni ricevute in passato dallo Stato e alla presenza di elevati crediti di dubbia e difficile esazione. Un terzo della popolazione regionale risiede in Comuni in dissesto o che hanno adottato piani di riequilibrio finanziario.

FAMIGLIE SICILIANE

Le famiglie siciliane, però resistono. «Dal punto di vista finanziario le famiglie siciliane – spiega il rapporto – risulterebbero più resistenti alla congiuntura sfavorevole rispetto ai precedenti episodi di crisi. Dal 2008 tra le attività finanziarie, il cui valore è aumentato, si è assistito a una ricomposizione verso quelle più facilmente liquidabili. Alla fine del primo trimestre del 2020 i depositi bancari, che rappresentano la parte prevalente del risparmio, sono ancora cresciuti mentre si è registrato un forte calo del valore dei titoli a custodia detenuti dai risparmiatori, per le tensioni sui mercati innescate dal diffondersi della pandemia. La vulnerabilità finanziaria delle famiglie, misurata dal rapporto tra debiti e reddito disponibile, si è ridotta nell’ultimo decennio, portandosi su livelli inferiori a quelli medi nazionali. È inoltre proseguita la ricomposizione della struttura dell’indebitamento delle famiglie: l’incremento della quota di mutui a tasso fisso riduce i rischi legati a un eventuale rialzo dei tassi d’interesse. Nel primo trimestre del 2020 i flussi di nuovi mutui sono risultati equivalenti a quelli osservati nello stesso periodo dello scorso anno, mentre le nuove erogazioni di credito al consumo hanno segnato una notevole flessione».

TRAFFICO AEREO

“Secondo gli ultimi dati disponibili, nei primi quattro mesi del 2020 il traffico aereo di passeggeri è diminuito di oltre la metà rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – si legge nel rapporto Bankitalia -, in linea con la media nazionale; il calo è stato concentrato nei mesi di marzo e aprile in connessione con il diffondersi dell’emergenza sanitaria e i provvedimenti di limitazione del traffico adottati dalle autorità statali e regionali”.

RISCHIO CRIMINALITA’

“L’infiltrazione criminale nell’economia è un rischio che sussiste ed è un tema all’attenzione di tutte le istituzioni competenti”. Lo ha detto Pietro Raffa, direttore della sede di Banca di Italia di Palermo, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della presentazione dei dati sull’economia siciliana. Per Raffa, “un aspetto che non può e deve essere trascurato deve essere quello dell’antiriciclaggio segnalando le operazioni sospette”. 

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