Mauro Glorioso, gli lanciano una bici e rimane tetraplegico: ora la laurea in Medicina
Questa mattina il palermitano Mauro Glorioso, lo studente rimasto in sedia a rotelle per colpa del lancio di una bici, si è laureato in Medicina all’Università di Torino. Durante la proclamazione erano presenti i suoi colleghi dell’ateneo piemontese, gli amici di Palermo e i familiari, tutti commossi nel condividere con lui questo momento speciale.
Glorioso ha ottenuto l’ambito titolo con una tesi sperimentale sull’utilizzo della tac nell’infarto del miocardio, dal titolo “Valutazione della funzione biventricolare tramite cct in pazienti con recente stemi”. L’elaborato è stato inoltre giudicato meritevole di pubblicazione, tanto da chiedere al dottor Glorioso di restare nel team di ricerca dell’ateneo piemontese. Mauro ha conseguito così a Torino la laurea in Medicina e Chirurgia: “Un risultato straordinario, un traguardo raggiunto a solo un anno di distanza rispetto ai tempi previsti, nonostante l’incidente che gli ha cambiato per sempre la vita”, fa sapere l’ateneo piemontese.
La notte ai Murazzi
Il fatto, che per sempre cambierà la vita di Mauro, avvenne la notte del 21 gennaio 2023 a Torino, quando è stato travolto da una bicicletta elettrica lanciata dai Murazzi del Po da cinque giovani torinesi. Lo studente, oggi medico, ai tempi aveva solo 23 anni. Il palermitano, trasferitosi a Torino per studiare, si trovò lì per caso come tanti giovani in giro tra la movida. L’impatto lo ha lasciato tetraplegico, lasciandolo per giorni sospeso tra la vita e la morte.
“Questo percorso – ha scritto nei suoi ringraziamenti Mauro – penso sia stata una delle scelte più difficili della mia vita. Ma ho avuto il privilegio di avere intorno a me persone speciali che mi hanno permesso di superare tutto questo. Non sono mai stato particolarmente felice di celebrare i risultati accademici, ma mi rendo conto che questa è la conclusione di una fase della mia vita e vi ringrazio tutti per aver partecipato a questo viaggio e, soprattutto, brindiamo a un nuovo inizio. Ringrazio tutti i professori che mi sono stati vicini durante questo percorso e che mi hanno insegnato a diventare medico, non solo didatticamente, ma soprattutto umanamente”.
