Congedo parentale potenziato | Più mesi per mamme e papà nel 2025: il dettaglio che cambia i conti in famiglia

Congedo parentale - fonte pexels - palermolive.it

Congedo parentale 2025, in arrivo tre mesi all’80% per i lavoratori dipendenti: una nuova tutela economica per le famiglie

Dal 1° gennaio 2025 è cambiato il volto del congedo parentale per i lavoratori dipendenti. Con la Circolare n. 95/2025, l’INPS ha definito le regole applicative della misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, che porta all’80% della retribuzione l’indennità spettante per tre mesi di congedo parentale. Si tratta di un passo avanti significativo nel sostegno alla genitorialità e nella promozione dell’equilibrio tra vita e lavoro, con un impatto concreto su famiglie e imprese.

La riforma interviene sull’articolo 34 del D.lgs. 151/2001, che disciplina l’indennità economica per il congedo parentale. I primi tre mesi, che in passato erano coperti in misura variabile tra il 30% e il 60% della retribuzione, vengono ora indennizzati tutti all’80%. La durata complessiva del congedo resta invariata, ma cresce il valore economico riconosciuto ai genitori, rafforzando la sostenibilità della scelta di dedicarsi ai figli nei primi anni di vita.

Il nuovo trattamento spetta esclusivamente ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, con esclusione dei lavoratori autonomi e degli iscritti alla Gestione Separata. L’aumento all’80% vale per i periodi di congedo fruiti dal 1° gennaio 2025, entro il sesto anno di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento. Il beneficio si applica anche se il bambino è nato prima di tale data, purché il congedo venga goduto successivamente.

Per ottenere l’indennità, la domanda deve essere presentata esclusivamente online tramite il portale INPS, utilizzando SPID, CIE o CNS, oppure tramite patronato. I datori di lavoro devono registrare correttamente nel flusso UniEmens le informazioni relative ai periodi di congedo, utilizzando i nuovi codici evento e di conguaglio indicati dall’INPS. È fondamentale che le aziende adeguino tempestivamente i propri sistemi di gestione del personale per garantire il rispetto delle nuove procedure e la corretta erogazione dei benefici.

Effetti fiscali e contabili

Dal punto di vista fiscale, le indennità percepite durante il congedo parentale restano soggette a tassazione ordinaria come redditi da lavoro dipendente. L’INPS applica le ritenute alla fonte e rilascia la Certificazione Unica ai beneficiari. Sul piano contabile, l’Istituto ha aggiornato i codici di riferimento per i conguagli e i pagamenti diretti, prevedendo anche procedure di rettifica per gli importi erogati in misura inferiore nei primi mesi del 2025.

La misura si inserisce nel quadro delle politiche europee per il work-life balance e punta a promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri. Incentivare l’utilizzo del congedo anche da parte dei padri significa ridurre le disparità di genere nel mondo del lavoro e favorire una cultura più equa e inclusiva della genitorialità.

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Impatto su imprese e lavoratori

Per i lavoratori, l’aumento dell’indennità rappresenta un sostegno concreto che rende più accessibile la scelta di dedicare tempo alla cura dei figli. Per le imprese, invece, la riforma è una sfida organizzativa che richiede un aggiornamento delle pratiche amministrative e una maggiore attenzione alla conciliazione dei tempi di lavoro. Tuttavia, una gestione corretta di queste politiche può tradursi in un ambiente aziendale più sostenibile e motivante.

L’elevazione dell’indennità all’80% non è solo un intervento economico, ma un investimento sociale. Riconoscere e tutelare la genitorialità significa costruire un modello di società più solidale e attenta al benessere delle famiglie. La domanda che resta aperta è se il sistema produttivo e culturale del Paese sarà in grado di cogliere questa opportunità per trasformare la genitorialità da ostacolo a valore condiviso.