Elettrodomestici rotti | Con il “diritto alla riparazione” UE li aggiusti anche fuori garanzia, c’è una data chiave da segnare
Elettrodomestici guasti - fonte ecoservice - palermolive.it
Il diritto alla riparazione è una svolta per consumatori e ambiente, approvata la normativa che tutela le famiglie
Ogni anno, nell’Unione Europea, lo smaltimento di prodotti che potrebbero essere riparati genera circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti, rappresentando una seria minaccia per l’ambiente. Per contrastare questo problema e ridurre l’impatto dei consumi sull’ecosistema, l’UE ha introdotto il cosiddetto “diritto alla riparazione”, un passo cruciale verso un modello di economia circolare entro il 2050, nell’ambito del Patto Verde europeo.
Nell’aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato la riforma del regolamento sul diritto alla riparazione, rafforzando i diritti dei consumatori e promuovendo pratiche più sostenibili. Il relatore René Repasi ha sottolineato l’importanza della misura: “Riparare i prodotti sarà più semplice e conveniente rispetto all’acquisto di nuovi prodotti più costosi. Questo rappresenta un traguardo importante per il Parlamento e dimostra il suo impegno a supportare i consumatori nel combattere il cambiamento climatico”.
Secondo un’indagine Eurobarometro del 2020, il 77% dei consumatori europei preferirebbe riparare i propri beni, ma spesso li sostituisce per via dei costi elevati o della mancanza di servizi di riparazione. L’obsolescenza programmata e la difficoltà di sostituire componenti di alcuni dispositivi elettronici rappresentano ulteriori ostacoli a un consumo sostenibile. La nuova normativa punta quindi a rendere le riparazioni più accessibili, riducendo i rifiuti elettronici e l’impatto ambientale complessivo.
La normativa stabilisce che i venditori dovranno dare priorità alla riparazione durante il periodo di garanzia legale, se questa risulta più conveniente o uguale alla sostituzione del bene. I consumatori potranno richiedere la riparazione di prodotti come lavatrici, aspirapolveri e smartphone anche dopo la scadenza della garanzia. Durante il periodo di riparazione, dovrà essere offerta la possibilità di utilizzare un dispositivo sostitutivo, e qualora il prodotto risultasse irreparabile, sarà disponibile un’alternativa ricondizionata.
Accesso semplificato ai servizi di riparazione
Per facilitare la riparazione, l’UE lancerà una piattaforma europea per individuare i centri di riparazione più vicini, con sezioni dedicate a ciascun Paese membro. Inoltre, verranno offerti incentivi per incoraggiare i consumatori a riparare i prodotti anziché sostituirli, contribuendo così a ridurre la produzione di rifiuti e l’uso di risorse naturali.
I produttori saranno obbligati a fornire informazioni chiare e trasparenti sulla manutenzione e sulle possibilità di riparazione dei prodotti. Inoltre, dovranno garantire aggiornamenti del software per un periodo minimo e assicurare che i dispositivi siano durevoli, facilmente riparabili e dotati di componenti sostituibili. L’obiettivo è rendere i consumatori consapevoli delle opzioni disponibili, permettendo loro di scegliere in maniera più sostenibile.

Verso un’economia circolare
La direttiva sul diritto alla riparazione si integra con altre norme europee sul design ecocompatibile dei prodotti, segnando un cambiamento culturale nel modo di concepire il consumo. L’attenzione si sposta dalla semplice vendita alla durabilità, riparabilità e sostenibilità dei beni, promuovendo un approccio più responsabile sia per le imprese sia per i cittadini.
La direttiva è entrata in vigore il 30 luglio 2024 e gli Stati membri dovranno recepirla nelle proprie normative entro il 31 luglio 2026. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, le disposizioni diventeranno pienamente operative, garantendo che i cittadini europei possano beneficiare concretamente del diritto alla riparazione e contribuire attivamente a ridurre i rifiuti e l’impatto ambientale.
