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Bonus per i lavoratori - fonte pexels - palermolive.it

Un nuovo bonus nascosto in busta paga, arrivano le agevolazioni fiscali per le mance: ecco chi può beneficiarne

Il settore del turismo e della ristorazione italiano ha visto emergere un vero e proprio “bonus” aggiuntivo per i lavoratori: le mance. Secondo un’elaborazione del Sole 24 Ore basata sui dati del Caf Acli, le mance tracciate in busta paga hanno permesso ai dipendenti di percepire in media oltre 1.000 euro in più al mese. Un incremento significativo che, seppur derivante da contributi volontari dei clienti, si traduce in un’integrazione reale dello stipendio mensile.

In Italia le mance non sono obbligatorie, ma la loro diffusione sta aumentando. Anche se tradizionalmente considerate un gesto spontaneo di riconoscenza, sempre più strutture ricettive e locali le inseriscono come parte integrante della retribuzione, tracciandole in busta paga. Questo fenomeno rende visibile una componente economica prima sommersa e apre la strada a una nuova forma di riconoscimento del lavoro svolto.

Il vero impulso alla crescita delle mance tracciate è arrivato con la legge di Bilancio 2023. La normativa ha introdotto un regime fiscale agevolato: le mance non sono più soggette a Irpef e contributi ordinari, ma a una flat tax del 5%. In pratica, su 1.000 euro di mance, l’imposta è di appena 50 euro, rendendo l’integrazione salariale molto più conveniente rispetto al passato.

La detassazione riguarda tutti i lavoratori del settore turistico e della ristorazione, senza distinzione tra dipendenti diretti o somministrati da agenzie interinali. L’agevolazione si applica a chi opera in alberghi, residence, campeggi, ristoranti, bar e pizzerie. Il limite massimo di reddito annuo per usufruire della tassazione ridotta è fissato a 75.000 euro, e la soglia agevolata copre fino al 30% del reddito complessivo da lavoro.

Quanto si guadagna con le mance

Secondo le stime del 2024, i lavoratori hanno percepito mediamente 1.087 euro aggiuntivi grazie alle mance tracciate. In alcune regioni come Lombardia si superano i 1.500 euro annui, mentre in Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Molise si resta sopra i 1.000 euro. In province turistiche come Bolzano, le mance possono rappresentare più del 3% della retribuzione totale. Il fenomeno mostra un potenziale di crescita, anche con l’aumento delle mance digitali, cresciute del 41% rispetto all’anno precedente.

Nonostante la crescita, in Italia la mancia resta volontaria. Alcuni imprenditori hanno proposto di introdurre una percentuale fissa sul conto, tra il 5 e il 20%, per garantire salari più alti. La proposta ha suscitato dibattito: da un lato può aumentare rapidamente il reddito dei lavoratori; dall’altro potrebbe scaricare sui clienti la responsabilità di garantire stipendi dignitosi, creando potenziali squilibri nel rapporto tra datore di lavoro e consumatore.

Detrazione per le mance – fonte pexels – palermolive.it

Il confronto internazionale

All’estero, la pratica varia notevolmente. Negli Stati Uniti la mancia è praticamente obbligatoria e può arrivare al 20% del conto. In Messico e in alcuni Paesi dell’America Latina è spesso prevista per legge, mentre in Brasile e Cile diventa obbligatoria in hotel o per guide turistiche. In Europa, la scelta è più libera: Francia e Germania circa il 10%, Spagna e Italia solo se il servizio è particolarmente apprezzato, mentre nei Paesi nordici e in Irlanda è quasi simbolica. In Asia, la mancia non è diffusa in Giappone e Cina, ma accettata nel sud-est asiatico turistico.

Le mance tracciate rappresentano un passo importante verso un reddito più trasparente e sicuro per i lavoratori del settore. Oltre a migliorare la remunerazione, favoriscono l’inclusione fiscale e la valorizzazione del lavoro svolto. Con il crescente utilizzo di strumenti digitali e l’adozione di regole fiscali agevolate, questo “bonus nascosto” potrebbe diventare sempre più diffuso, migliorando le condizioni economiche di migliaia di lavoratori in tutta Italia.