A Palermo si spara e i giovani muoiono, monta la rabbia e l’indignazione: “Servono soluzioni urgenti”
Polizia carabinieri via roma palermo - Palermo live
Dolore, cordoglio, rabbia e indignazione. Palermo piange ancora una giovane vita spezzata a seguito di un’assurda violenza esplosa un sabato sera tra i luoghi della movida. Paolo Taormina è morto a soli 21 anni a pochi passi dal locale di famiglia alla Champagneria, nel tentativo di aiutare un ragazzo vittima di un branco. Questo quanto al momento ricostruito.
Uno sparo ha messo fine alla sua vita, così come solo qualche mese fa è accaduto a Monreale, dove le vittime sono state tre. Si spara a Palermo come in provincia, in strada il sabato sera come durante le feste patronali. Gli episodi si succedono in una lunga scia e la paura cresce in città. In tanti si domandano cosa stia succedendo e chiedono soluzioni urgenti. “È normale uscire con una pistola il sabato sera?”, “Dovremmo scendere in strada e protestare”, “Non si può accettare tutto questo. Ma le forze dell’ordine dove sono?“: sono solo alcuni dei commenti che in queste ore stanno riempiendo i social.
Cisl Palermo Trapani: “L’accesso alle armi a Palermo è diventato così semplice?”
“L’ennesima vittima della violenza di strada, della costante voglia di sopraffazione dell’altro, dell’assenza di valori e punti di riferimento, del disorientamento totale in cui vivono alcuni giovani. Tutta Palermo piange l’ennesima giovane vita persa senza un perché, siamo vicini alla famiglia. Serve un intervento immediato, i cittadini hanno paura”. A parlare così dopo l’omicidio consumatosi stanotte a pochi passi dal teatro Massimo è Federica Badami, segretaria generale Cisl Palermo Trapani.
“Il fallimento è di tutti se le giovani generazioni pensano che armarsi di odio e violenza, sia il modo di vivere la città – prosegue -. Le risse sono all’ordine del giorno, i commercianti del centro storico non si sentono al sicuro e spesso a farne le spese della violenza diffusa, che non proviene solo dalle giovani generazioni, sono anche i lavoratori”. “Ma l’accesso alle armi a Palermo, anche ai giovani, è diventato così semplice? – si chiede Badami – È una riflessione che rappresenta un punto di partenza su cui possano lavorare insieme coloro i quali abbiano a cuore la città. Ad aggravare tutto c’è la percezione della sicurezza della città, che sta cambiando agli occhi di coloro i quali la vivono e anche coloro i quali la guardano come turisti, e questo potrebbe provocare danni non solo economici ma anche di immagine di una città bellissima che ha sempre tanto da offrire”.
“Bisogna rispondere uniti allo sbando con una strategia di prevenzione che partendo dalle scuole diffonda i principi di rispetto per la vita altrui, di tolleranza, di ripudio dell’uso delle armi, e a ciò serve unire misure immediate e concrete contro la malamovida e per la sicurezza dei cittadini – conclude Badami -. Lo Stato deve far sentire la sua voce, attraverso presidi del territorio che garantiscano controlli continui e costanti, agendo però, anche, su un lavoro congiunto sul fronte preventivo che sia lungimirante e strutturale, la città è ormai in emergenza”.
Uil Sicilia: “Inaccettabile”
“È inaccettabile che chi si impegna per la pace e la convivenza civile venga colpito con tale violenza”, afferma la segretaria generale di UIL Sicilia, Luisella Lionti, chiedendo “con urgenza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di intensificare la loro presenza e azione sul territorio per garantire sicurezza e rispetto della vita soprattutto nei quartieri più sensibili della città”.
Nell’esprimere cordoglio, la Uil Sicilia ribadisce il proprio impegno nel sostenere ogni iniziativa volta a combattere fenomeni di violenza e a promuovere un clima di dialogo e legalità.
Legacooop: “Violenza che si ripete Senza tregua”
Cordoglio e indignazione esprime anche Legacoop Sicilia: “Un gesto di coraggio e umanità spezzato da una violenza insensata che ha colpito nel cuore della città, a pochi metri dal Teatro Massimo, davanti al locale gestito dai suoi genitori. Di fronte a questo ennesimo episodio di brutalità, non possiamo rimanere indifferenti. Come cooperatori, come cittadini, come esseri umani, sentiamo il dovere di intervenire”.
“La morte di Paolo Taormina – affermano il presidente Filippo Parrino e il responsabile Legalità Francesco Citarda – è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione. La nostra società rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione.“
Movimento Italiano per la Gentilezza: “Deriva criminale drammatica”
“Non possiamo più restare spettatori inerti di una deriva che coinvolge sempre più spesso giovani e perfino minori. È necessario che le istituzioni, la scuola, le famiglie e la società civile nel suo insieme si fermino a riflettere e si attivino per trovare soluzioni d’intervento immediato”. Lo ha detto Natalia Re, presidente del Movimento Italiano per la Gentilezza.
“La violenza – continua – non è un fatto isolato: è un linguaggio, una cultura, un modo di reagire che si alimenta del silenzio e dell’indifferenza collettiva. Serve un risveglio delle coscienze e una risposta concreta, educativa, culturale e normativa. Il 15 ottobre prossimo sarò audita in Commissione parlamentare contro i femminicidi e la violenza di genere nell’ambito del filone di inchiesta dedicato alla violenza on line e alle sue radici sociali e ne approfitterò anche per lanciare un messaggio forte per stimolare la riflessione su questa deriva drammatica di violenza tra i giovani che deve interrogare tutta la comunità. Richiamerò infatti l’urgenza di affrontare il fenomeno in tutte le sue forme, anche quelle meno visibili ma non meno devastanti. È il momento di un impegno collettivo – conclude – per fermare questa spirale e restituire centralità ai valori della gentilezza, del rispetto e della vita”.
