“Voglio diventare il Gasperini del Palermo”, l’obiettivo di Filippo Inzaghi
Inizio più che positivo per Filippo Inzaghi sulla panchina del Palermo: imbattuto e migliore difesa del campionato di Serie B dopo sette giornate. Il tecnico dei rosanero ha portato sin dal primo giorno ha portato entusiasmo alla piazza, da vero e proprio trascinatore. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport ammette: “Sull’entusiasmo ci punto anche per far capire ai giocatori perché succedono queste cose. Per la credibilità che ha una persona, al di là dei risultati. Qui se lotti e combatti arrivano in 30mila a sostenerti”.
L’impatto del primo giorno in città probabilmente è andato oltre le aspettative di Inzaghi che punta sul contatto con i tifosi anche nella scelta di dove andare a vivere: “Molto bello l’impatto, conosco il Sud. E qui ci sono un milione di tifosi. Scelgo sempre di vivere in centro, è giusto che un allenatore respiri la città. Nei momenti negativi ho sempre entusiasmo dalla gente e questo mi ricarica. Capiterà anche qui, anche se spero solo poche volte…”.
Domenica 19 c’è il big match con il Modena ed è già sicura la presenza di oltre 22mila persone: “È un sostegno che abbiamo avuto a scatola chiusa e ce lo dobbiamo meritare”, ha sottolineato il tecnico rosanero. “Sottil? Abbiamo giocato insieme all’Atalanta: nelle partitelle preferivo stare… in squadra con lui. Poi ci siamo affrontati tante volte e siamo rimasti in contatto”.
Oltre il Modena Inzaghi vede in lotta per la promozione il Venezia “davanti a tutti, poi il Monza. Mi aspetto che escano altri, dall’Empoli allo Spezia”. Poi precisa: “Non corriamo, il Palermo è sempre favorito e poi…”.
Rapporto con i giocatori: “Ho trovato grande cultura del lavoro e sono arrivati i rinforzi giusti. La fiducia che ho dato loro li ha galvanizzati. Faccio scelte anche complicate, ho fatto giocare tutti e loro capiscono. Ho un rapporto molto schietto, mi piace farli crescere. È sbagliato sentirsi arrivati in B, devono puntare in alto. Ricordate Ciccio Caputo? Dicevano che poteva far gol solo in B, invece in A ne ha fatti tanti”.
Un approccio diverso del Palermo rispetto all’anno scorso “Una squadra matura, in certe partite capisce da sola che è meglio non perdere. Bel segnale”. Quello dei rosa è l’organico più forte? “Lo possiamo diventare – dice Inzaghi. In più abbiamo i tifosi e loro ci spingono a diventare i più forti. Sarà più difficile vincere: col Pisa non eravamo favoriti e quando gli altri si sono accorti di noi era tardi. Quest’anno siamo favoriti, ma non vince chi spende, bensì chi corre e ha un’anima”.
A La Spezia s’è visto il vero valore del Palermo con una difesa corta e in emergenza: “Sono questi i segnali più belli. Qui ci sono ragazzi come Peda, Vasic e Corona: li volevano tutti ma io ho detto di tenerli”. Brunori? “Gli hanno annullato due gol, sta facendo bene. Sa che devo scegliere i titolari, ma è un capitano vero e quando non gioca trascina la squadra. Capitava anche a me di star fuori” ammettendo che rosicava: “Se uno sta fuori e non rosica, non deve fare questo mestiere”. Pohjanpalo? “Uno così forte non lo scopro di certo io. Dà il massimo sempre e trascina tutti, un esempio”. Il finlandese ha confessato di avere odiato Inzaghi per i gol al Liverpool squadra per cui l’attaccante simpatizza: “Mi farò perdonare facendolo giocare sempre nel Palermo!” ha risposto il tecnico.
L’obiettivo di Inzaghi è chiaro, niente più traslochi nemmeno in Arabia come il fratello Simone: “Spero di essere all’altezza, diventare il Gasperini del Palermo e godermelo fino in fondo, perché qui c’è tutto”. Premier League o in B per continuare a vincere: “Vorrei solo continuare a divertirmi. Ho una bella famiglia, sono gratificato da quello che ho. E dal sapere che i giocatori mi stimano e li ho fatti crescere. La Premier è un calcio importantissimo, ma la mia Champions è a Palermo“.
La partita amichevole col Manchester City di agosto: “Guardiola mi ha colpito quando ha raccontato che malgrado l’annata difficile non l’hanno mai messo in discussione. Haaland mi ha dato la maglia per mio figlio. Ha giocato con scarpe a sei: l’ho fatto vedere ai miei giocatori, poteva giocare in ciabatte, invece voleva fare gol anche a noi. Questa è mentalità”.
FOTO DI SALVO ANNALORO
