Trump annuncia la pace tra Israele e Hamas, a Gaza si festeggia: “Lunedì rientro degli ostaggi” 

Screenshot da video 'X'

Israele e Hamas hanno raggiunto l’accordo sulla “prima fase” del piano per sospendere i combattimenti e rilasciare almeno i 20 ostaggi ancora vivi nel weekend quando in Medio Oriente, e forse anche a Gaza, dovrebbe arrivare l’artefice dell’accordo, Donald Trump, che ha annunciato sul suo social media Truth lo storico traguardo.

“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”, ha scritto il presidente americano. “Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti gli operatori di pace!”, ha scritto ancora Trump.

Lo storico accordo arriva proprio a due anni dall’avvio, da parte di Israele, della campagna militare a Gaza in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023, in cui Hamas ha ucciso circa 1.200 persone e ne ha preso in ostaggio altre 251. La firma dell’accordo è prevista alle 12 (le 11 in Italia).

Festa a Gaza, Hamas: “L’accordo determina la fine della guerra”

“Con l’aiuto di Dio, riporteremo tutti a casa”, ha commentato Benyamin Netanyahu che ha subito convocato il parlamento per approvare il piano e poi ha chiamato il presidente americano. La gioia è esplosa nelle strade di Gaza e tra le famiglie degli ostaggi che hanno inviato un video messaggio a Trump. Hamas ha dichiarato che “l’accordo determina la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell’Idf, l’ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni”. Il gruppo ha anche espresso “apprezzamento profondo per gli sforzi dei fratelli mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, e del presidente americano”. Hamas ha infine chiesto a Trump di fare pressione su Israele perché rispetti i termini.

Il rilascio degli ostaggi

I negoziatori israeliani attualmente sono a Sharm el-Sheikh, dove stanno ancora “lavorando per completare i dettagli dell’accordo, con particolare attenzione alla lista dei terroristi da rilasciare“. Così ha dichiarato un dirigente del team negoziale citato dal Times of Israel. Preparare la lista è urgente per la riunione del gabinetto di sicurezza e del governo in programma più tardi, afferma il funzionario.

Il governo israeliano si riunirà oggi per esaminare l’accordo sulla tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi e prigionieri approvato durante la notte. Se lo approverà, deciderà sul ritiro dell’Idf. Lo scrivono vari media israeliani, fra cui Haaretz, che cita il premier Banyamin Netanyahu.

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi ancora in vita: la cifra include 250 ergastolani e altri 1.700 detenuti dall’inizio della guerra. Lo scrive il Times of Israel. Lo scambio dovrebbe avvenire entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’accordo, che è stato anche “concordato con le fazioni palestinesi”, afferma un’altra fonte interna a Hamas.

Il ritiro delle truppe dalla Striscia

L’Idf annuncia di aver iniziato a prepararsi al ritiro parziale delle truppe dalla Striscia di Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Lo scrive il Times of Israel. In una dichiarazione, l’esercito afferma che “secondo le direttive di livello politico e in conformità con una valutazione della situazione, l’Idf ha avviato i preparativi operativi per l’attuazione dell’accordo”. Come parte dei preparativi, l’esercito afferma di essere pronto a spostare le truppe verso “linee di schieramento modificate nel prossimo futuro”.
“Le Idf continuano a essere schierate nell’area e si stanno preparando per qualsiasi sviluppo operativo”, aggiunge l’esercito. In un precedente comunicato, l’Idf aveva messo in guardia che il nord della Striscia resta per ora zona di combattimento.

Accordo solo sulle prime fasi della pace

L’accordo tra Israele e Hamas annunciato ieri sera riguarda i primi passi di un quadro di pace a Gaza sostenuto dagli Stati Uniti, ma non la totalità del piano radicale in 20 punti presentato la scorsa settimana dal presidente Donald Trump. Lo sottolineano funzionari Usa a conoscenza dei negoziati, citati da Abc News.
Le fonti del media americano affermano che i colloqui si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nei primi giorni e settimane dell’accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili, come la governance di Gaza e il disarmo dei combattenti di Hamas, dovranno ancora essere negoziati in futuro, sottolineano i funzionari Usa.

Ambasciatore israeliano negli Usa: “Speriamo in una completa cessazione delle ostilità”

Sui dettagli del ritiro delle forze israeliane si sa ancora molto poco. Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato alla Cnn che “una volta votato a favore, Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore”. Dopo che Israele se ne sarà andato, scatterà il termine di 72 ore per il rilascio degli ostaggi israeliani. “La nostra valutazione è che gli ostaggi inizieranno a essere rilasciati lunedì”, ha dichiarato il funzionario, anche se altre fonti non escludono che il rilascio possa avvenire già sabato o domenica.

L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter, ha dichiarato alla Cnn che gli ostaggi ancora vivi tenuti prigionieri da Hamas saranno rilasciati domenica o lunedì, con un lasso di tempo di 72 ore per effettuare il rilascio a partire dalla riunione di oggi del governo per approvare l’elenco dei prigionieri palestinesi da rilasciare nell’accordo di pace. Leiter ha affermato che Israele spera che il piano porti alla fine della guerra, ma ciò dipenderà da come verrà attuato. “Speriamo che conduca a una completa cessazione delle ostilità e alla ricostruzione di Gaza, per il bene dei cittadini di Gaza e per il bene di Israele”, ha detto il diplomatico. “Ma è la prima fase, e dobbiamo vederla attuata completamente nei prossimi giorni”, ha sottolineato.

Immagine di copertina: Screenshot da video ‘X’