Formazione Professionale, dall’Ars ok al nuovo disegno di legge

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Il nuovo disegno di legge sulla formazione professionale è passato all’Ars con 32 voti favorevoli e 22 astenuti. Una modifica alla legge n. 23 del 2019, che adesso prevede che “il sistema formativo regionale sia orientato a promuovere l’introduzione di sistemi premiali e meccanismi volti ad incoraggiare un maggiore coinvolgimento accreditati in attività progettuali e formative che prevedano il coinvolgimento di soggetti privati”. Una mancata approvazione della norma avrebbe comportato per l’Italia una perdita di 100 milioni di fondi del Pnrr.

L’assessore regionale alla Formazione Professionale, Mimmo Turano ha ringraziato le opposizioni: “Chi mi conosce sa che i suggerimenti che mi sono venuti dall’aula mi impongono di essere molto riconoscente nei confronti delle opposizioni. Il provvedimento di oggi non avrebbe potuto vedere la luce senza la solidarietà e la responsabilità della minoranza, che ringrazio in maniera sincera e accorata”.

Il disegno di legge approvato all’Ars prevede che la formazione possa essere “espletata in contesti di lavoro (work based learning) anche in percorsi formativi brevi, con particolare attenzione ai settori chiave della crescita intelligente e sostenibile, tra i quali la green economy, la blue economy e l’innovazione tecnologica”.

“Le preoccupazioni espresse dagli enti di formazione sono, a mio avviso, eccessive – continua Turano -. Li ringrazio per gli spunti offerti al dibattito, ma è importante chiarire che tutte le Regioni italiane si sono dotate di una normativa analoga in materia di formazione professionale. L’obiettivo è assicurare un’ uniformità delle competenze acquisite, indipendentemente dal territorio in cui si frequenta il corso. Questo significa che una qualifica ottenuta a Palermo sarà riconosciuta in tutta Italia e in Europa”.

“Se non avessimo approvato questa riforma – prosegue – non solo avremmo esposto l’Italia al rischio di perdere 100 milioni di euro del PNRR, di cui il Paese ha un bisogno urgente, per il mancato raggiungimento di un obiettivo indicato da Bruxelles, ma avremmo anche precluso ai giovani siciliani la possibilità di essere realmente competitivi nel mercato del lavoro europeo”.

“Desidero ringraziare il Presidente della Regione, il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione che – conclude Turano -, con grande senso di responsabilità, hanno scelto di rinunciare all’utilizzo delle prerogative regolamentari, consentendo l’approvazione della riforma della formazione professionale”.

La reazione dei sindacati

Non si è fatto attendere il commento dei sindacati FLC CGIL Sicilia, Cisl Scuola, UIL SCUOLA RUA Sicilia, SNALS Sicilia. Questa la nota: “Ingiustificabile e inaccettabile che l’Assessorato pur lavorando dal mese di febbraio nel merito della riforma richiesta dalla UE, non abbia mai sentito il dovere e la responsabilità di avviare il confronto e il dialogo con le organizzazioni sindacali. Anche il dialogo sociale e la condivisione sono una precondizione delle procedure legate agli investimenti europei. Il merito di questo disegno di legge unilaterale, trasformato in emendamento, potrebbe avere effetti occasionali e sociali pesanti per chi lavora nel settore della formazione professionale in Sicilia.

Paventiamo che dietro l’intervento legislativo richiesto dall’Unione europea possa nascondersi in realtà una norma che possa affidare alle imprese la formazione. Infatti l’assessore ha modificato la L.R.23/2019 introducendo la possibilità di riconoscere la formazione in azienda, e la compartecipazione dei soggetti del settore privato in attività progettuali e formative, non limitandola a un maggiore valore dei tirocini in azienda cosi come previsto e richiesto dall’Unione Europea.

L’Assessore Turano si faccia carico adesso di realizzare con i rappresentanti dei lavoratori un accordo che definisca regole, tempi e risorse per governare la “Transizione sociale, occupazionale e professionale” che così come approvata potrebbe mettere a serio rischio il mantenimento dei livelli occupazionali per centinaia di operatori e lavoratori già impegnati nella Formazione Professionale.

Riteniamo che questo modo di operare sia democraticamente sbagliato. Apportare modifiche alle leggi con emendamenti approvati in sedute straordinarie senza nessun confronto con le parti sociali ormai è diventato un costume di questo governo, basta ricordare la modifica dell’art.12 del comma 2bis oggetto di un lungo confronto con le parti sociali e datoriali che fu spazzato via in una sola notte. Adesso attendiamo se l’intervento legislativo richiesto dall’Unione Europea alla Sicilia per salvare cento milioni di euro da assegnare all’Italia per la misura del GOL sarà efficace, se le risorse saranno erogate, e quanto di queste somme, saranno destinate alla Sicilia e alla Formazione Professionale, quante da potere destinare ai cittadini di questa Regione.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: serve dialogo sociale e confronto, perché solo così si possono trovare soluzioni per l’attivazione del PNRR soprattutto per creare buona occupazione per i Giovani e i soggetti fragili della nostra Sicilia.