ULTIMA ORA – Fallisce Google: colosso tech all’asta, costa solo 12 dollari | Con due spicci diventi miliardario
Google a 12 dollari - fonte pexels - palermolive.it
L’incredibile minuto in cui Google fu acquistato da un ex dipendente, una falla gigantesca nel sistema
Una semplice ricerca notturna può portare a scoperte inaspettate, ma pochi potevano immaginare un risultato come quello vissuto da Sanmay Ved. Durante una normale esplorazione online, l’ex dipendente di Google si è ritrovato, per un solo minuto, proprietario del dominio più famoso al mondo: Google.com. Un colpo di fortuna incredibile, che gli è costato appena 12 dollari e ha lasciato tutti con il fiato sospeso.
Era il 29 settembre, poco dopo l’una di notte. Ved, già ex Googler con cinque anni e mezzo di esperienza all’attivo, aveva digitato “google.com” su Google Domains, forse per curiosità o nostalgia dei tempi passati in azienda. Con sua sorpresa, invece del consueto avviso che il dominio era occupato, il sito risultava disponibile. Senza esitazioni, procedette all’acquisto e completò la transazione, ottenendo per qualche istante il controllo del dominio.
Il momento più sorprendente arrivò con la casella di posta elettronica. Al posto della consueta conferma di acquisto, Ved ricevette due comunicazioni misteriose, che decise di non rivelare. Il passo successivo lo portò su Google Search Console, dove iniziò a ricevere notifiche riservate al team di sicurezza della piattaforma. Per sessanta secondi, aveva avuto accesso a informazioni sensibili, un’esperienza che l’ex dipendente definisce “spaventosa” e unica nella vita.
Dopo sessanta secondi, l’ordine di Ved fu annullato e il pagamento riaccreditato sulla sua carta. Google, proprietaria della piattaforma di registrazione dei domini, riuscì a recuperare immediatamente il controllo del sito. L’episodio, seppur breve, ha evidenziato quanto possa essere vulnerabile anche il sito più visitato del mondo di fronte a un’imprevista disattenzione.
Un precedente inaspettato
Non è la prima volta che un colosso tecnologico subisce un imprevisto simile. Nel 2003, Microsoft dimenticò di rinnovare Hotmail.co.uk, permettendo a un utente esterno di registrare il dominio. L’azienda dovette negoziare un accordo per riottenere il controllo del sito. Ved stesso ricorda come, nel 1999, Microsoft avesse perso temporaneamente anche Passport.com, dimostrando che simili incidenti possono capitare anche ai giganti del settore.
La fortuna di Google fu legata al fatto che il dominio era stato registrato tramite un servizio di proprietà della stessa azienda. Questo ha permesso di annullare rapidamente la transazione. Al contrario, nel caso di Microsoft, l’uso di un servizio esterno rese impossibile il recupero immediato del dominio. L’episodio di Ved ha sottolineato l’importanza della gestione accurata dei rinnovi e della sicurezza nei sistemi di registrazione.

Un racconto tra curiosità e ironia
Sanmay Ved ha raccontato l’esperienza con ironia, condividendo la vicenda sui suoi profili social e mantenendo ancora indosso una felpa con i colori di Google. Per lui, quei sessanta secondi hanno rappresentato non solo un momento surreale, ma anche un curioso aneddoto di vita personale, un incontro tra il mondo digitale e la realtà quotidiana.
L’episodio mette in luce come anche i giganti della tecnologia possano incorrere in errori o bug inattesi. Il caso di Google.com dimostra quanto sia importante mantenere un controllo costante sui domini critici e sulle piattaforme di registrazione, ricordando a tutti che, a volte, anche un solo minuto può cambiare la prospettiva su ciò che è possibile online.
