Ti morde, fai 6 passi e ti paralizza: peggio del black mamba, questo terribile serpente si trova in Italia
Vipera aspis - fonte pexels - palermolive.it
Questa esemplare lo puoi incontrare se fai una passeggiata nella natura: il suo veleno ha effetti devastanti
Il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, nel cuore dell’Appennino piemontese, ospita una popolazione di Vipera aspis che ha destato l’interesse della comunità scientifica. Questo serpente è l’unico velenoso presente in Italia, ed è generalmente conosciuto come un animale tranquillo e poco aggressivo. Tuttavia, gli studi e le osservazioni condotti nell’area hanno evidenziato alcune particolarità legate al veleno di questa popolazione locale.
La Vipera aspis è un rettile che può raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza, mentre i giovani nascono con una misura di circa 20 centimetri. Nonostante la sua fama, il morso di questo serpente raramente è letale o causa conseguenze cliniche gravi. I sintomi più comuni includono mal di testa, nausea, dolori muscolari e articolari, febbre e disturbi gastrointestinali. Nel caso specifico del Parco di Marcarolo, però, i sintomi osservati nei pazienti colpiti risultano più intensi e particolari rispetto a quelli tradizionali.
Le osservazioni raccolte hanno mostrato che i morsi delle vipere del Parco possono provocare sintomi aggiuntivi di natura neurotossica. Tra questi, l’abbassamento della palpebra superiore, noto come ptosi palpebrale, e dolori addominali dovuti a un malfunzionamento del diaframma, quasi paralizzato in seguito al morso. Si tratta di segnali che hanno allarmato medici e ricercatori, portando a ipotizzare una particolare composizione del veleno.
Il sospetto sulle caratteristiche insolite di questa popolazione risale al 2011. Durante un corso di metodi di campionamento zoologico, il ricercatore Marco Favelli fu morso da un esemplare catturato per l’osservazione. I sintomi che manifestò – insoliti rispetto al quadro classico degli avvelenamenti da Vipera aspis – spinsero i docenti e i ricercatori dell’Università di Torino ad approfondire il fenomeno. Da allora, la comunità scientifica ha iniziato a monitorare con maggiore attenzione i casi provenienti dal Parco.
Confronti con altri casi in Europa
Gli episodi registrati non sono isolati. Fenomeni simili sono stati documentati anche nel sud-est della Francia, dove già dal 1992 alcune persone morse da vipere hanno mostrato sintomi neurotossici, come paralisi dei muscoli della testa, sonnolenza e difficoltà respiratorie. Il confronto tra le casistiche italiane e francesi ha rafforzato l’idea che possano esistere sottopopolazioni di Vipera aspis con un veleno dalle proprietà differenti.
Tra le spiegazioni avanzate dagli studiosi vi è quella dell’ibridazione con altre specie di vipere, come la Vipera dal corno. Questa possibilità potrebbe giustificare la comparsa di un veleno con caratteristiche neurotossiche più marcate. Tuttavia, al momento non esistono conferme definitive, e ulteriori studi genetici saranno necessari per chiarire l’origine di tali peculiarità.

L’importanza della prevenzione e dei soccorsi rapidi
Nonostante i progressi nella ricerca, resta fondamentale la prevenzione e la gestione tempestiva dei casi di morso. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese raccomandano di rivolgersi immediatamente ai soccorsi e recarsi al più vicino ospedale in caso di contatto con una vipera. I trattamenti più indicati includono la somministrazione di terapia antiofidica, profilassi antitetanica e antibiotici.
Il caso delle vipere del Parco di Marcarolo rappresenta un’importante occasione di studio per comprendere meglio le varianti del veleno e i loro effetti sull’uomo. La comunità scientifica continuerà a indagare sulle possibili cause di queste anomalie, con l’obiettivo di migliorare la diagnosi e le terapie. Nel frattempo, la prudenza e la consapevolezza restano le migliori armi per affrontare i rischi legati a questo affascinante, ma potenzialmente pericoloso, abitante dell’Appennino.
